Chi è pronto ad iniziare una nuova avventura? Affilate le spade e lucidate le armature, perché sarà impossibile non lasciarsi coinvolgere dagli Heroes of Forgotten Kingdoms, una band nostrana formatasi nel novembre 2017 in quel di Viterbo che attualmente conta quattro componenti: Alessandro Mammola (Gildor – chitarra), Gennaro Cerra (Grodan – chitarra), Saylor Manca (voce) e Simone Borghetto (Argo Skia – violino); “Dragonslayer” è il loro primo album, pubblicato nel 2018 dalla Underground Symphony Records e contenente dieci tracce.
Sin dai primi secondi di ascolto, è ben chiaro che il genere suonato da questi ragazzi si possa collocare, stilisticamente parlando, a metà strada fra i Rhapsody of Fire ed i Twilight Force; la profonda e surreale voce di un narratore esterno introduce il primo brano, “Heroes of Forgotten Kingdoms”, il quale funge da eccellente presentazione dell’intero lavoro in quanto contiene già due importanti elementi che lo caratterizzano: un largo utilizzo della voce narrante e di effetti sonori che fanno capire chiaramente che sullo sfondo sta avvenendo una battaglia, come ad esempio il tipico rumore di due spade che si scontrano ed il verso di un’antica bestia fantastica (il drago). Questo album presenta un sound accattivante per tutti gli amanti del metal oltre la realtà, che spazia dalla base delle sonorità tipiche del Power Metal alle influenze provenienti da altri generi, come si può evincere ad esempio nell’ottava traccia intitolata “Lord of the Seas”, il tutto “condito” con una certa maestria compositiva; non si può certo dire che i brani realizzati da questi ragazzi siano noiosi e ripetitivi, un ascoltatore attento non troverebbe il tempo di annoiarsi. A mio parere, un candido fiore all’occhiello di questo disco è costituito dagli assoli. Una scelta che aggiunge valore è relativa alla voce femminile, decisamente azzeccata sia come timbro che come inserimento all’interno dei brani, il tutto risulta molto ben bilanciato ed è decisamente piacevole da ascoltare; a tal proposito mi sembra doveroso menzionare “Deadly Crimson Flower”, settima traccia ed unica ballad dell’album, un brano emotivo che personalmente ho apprezzato molto, in quanto caratterizzato da sonorità toccanti ed evocative. Un progetto musicale che racconta storie di un mondo fiabesco ed avventuroso in cui l’impossibile prende forma è sicuramente ciò di ogni sognatore incallito ha bisogno, a maggior ragione se la musica stessa riesce a caricare di energia l’ascoltatore e stimolare la sua fantasia unendo l’intrattenimento al beneficio costruttivo dell’arte.
Gli Heroes of Forgotten Kingdoms non mancano di stupire neppure dal punto di vista scenico: l’allure fantasy della loro musica viene riproposta anche sul palco con costumi a tema, che contribuiscono a rendere l’esperienza ancor più divertente. Ho affrontato l’ascolto di questo album con un’affilata punta di scetticismo all’inizio, ma devo ammettere che hanno impiegato davvero molto poco a convincermi; credo che – sebbene sia agli esordi ed abbia molta strada davanti a sé – questo gruppo possieda un reale talento e non dubito che ce ne darà prova in futuro, considerato l’inizio decisamente positivo. Consiglierei l’ascolto di questo album? Assolutamente sì!