Gli Harmonize, band proveniente da Cipro e nata nel 2012, hanno iniziato a comporre musica prettamente thrash metal, poi si sono evoluti e hanno deciso di improntarsi su un genere più heavy/power metal, pur cercando di mantenere la timbrica thrash o per lo meno alcuni elementi che rimandano al genere.
Freschi di due demo, si sono esibiti dal vivo numerose volte (insieme a Blaze Bayley, Bonfire e Wotan, tra gli altri) mentre lavoravano alla messa a punto del loro sound. L’album di debutto della band, intitolato “Warrior in the Night“, è uscito il 2 ottobre, disponibile in cd e sulle piattaforme online come Spotify.
Il lavoro è basato su una storia fantasy/epica originale che è ancora in fase di sviluppo dal chitarrista George Constantinou e dall’attore londinese Nicolina Papas.
Il disco parte con una breve intro, chiamata “Warriors In Lane“, che funge da introduzione a questa storia fatta di battaglie e spade, re e regine, angeli e demoni…quindi preparate le vostre spade, forche da battaglia e insellate il vostro cavallo!
“Never Back Down” e “Warrior In The Night” sono due canzoni dure, che fanno venir voglia di pogare sin da subito, intro molto belli sia per l’una che per l’altra traccia, e in fondo suonano abbastanza originali, non appaiono due canzoni “trita e ritrita” pur essendo un genere e delle tematiche già esplorate nel mondo del metal. La successiva “Angel” purtroppo è un pezzo abbastanza scontato, buoni i riff di chitarra e l’introduzione del brano, così come la performance del cantante, ma nulla di così memorabile. Canzone che mi ha colpito particolarmente e che vanta di un bel feat è “Tonight” dove Andreas Paraschos del gruppo death metal Blynd fornisce dei brutali cori di sottofondo nella canzone, che mischiati alla voce di Sozos Michael risultano un buon prodotto. L’altro ospite da segnalare è l’attore Nicolina Papas nella trama inquietante di “Beyond Darkness”. Da sottolineare invece, “Crawling Among Shadows” canzone che pare troppo lunga al primo ascolto, con i suoi nove minuti e mezzo, ma che successivamente risulta molto più orecchiabile e liscia. Qui è dove tutto funziona a meraviglia, buoni gli assoli di Lambros Apousianas e sopratutto molto notevole tutta la sezione ritmica.
Insomma il disco non è così malvagio, sicuramente non sarà memorabile o comunque non mi strapperò i capelli dalla testa per ascoltarlo, ma ogni tanto so che lo andrò a cercare, saltando qualche canzone, ma comunque apprezzando quel che c’è di buono.
L’artwork sembra copiato da una copertina dei Manowar, modificandola leggermente, il che non fa molto piacere. Infine l’altro punto negativo del disco è che ci sono poche tracce ascoltabili, dato che il disco è composto da soli nove pezzi di cui sette canzoni vere e proprie e una ripetuta in acustico.