Il 2016 segna il ritorno degli Hammerfall, band svedese dedita ad un heavy/power metal molto diretto e semplice di stampo ottantiano che non può non ricordare i Manowar, grazie a un’attitudine particolarmente tamarra e “true” che da sempre contraddistingue la band. I nostri con il tempo si sono ritagliati una fetta di pubblico sempre maggiore che ha permesso loro di essere considerati tra i big della seconda ondata heavy.
Il nuovo album della band, “Built To Last“, arriva in un periodo abbastanza sfortunato, poiché si trova a dover competere con le uscite di Avenged Sevenfold, Korn, Metallica, Testament e In Flames che dal punto di vista promozionale rischiano di mettere in secondo piano il lavoro della band svedese. Il decimo sigillo degli Hammerfall però è un disco che gli amanti del genere dovrebbero procurarsi perché si dimostra un prodotto ben confezionato e ben costruito. Con questo nuovo album i nostri non cambiano di una virgola il loro sound, quindi si trovano i soliti brani diretti con ritornelli orecchiabili da cantare a squarciagola; ciò che cambia rispetto al precedente “(R)evolution” è però la freschezza del lavoro. Sia chiaro, “Built To Last” non rimescola le carte in tavola, ma scorre liscio e senza intoppi e suona particolarmente ispirato, merito forse anche di una produzione compatta e potente che ben si adatta alle sonorità della band di Göteborg. Il disco parte bene con la doppietta “Bring It!” e “Hammer High“(la seconda si rivelerà poi uno dei pezzi migliori dell’intero lotto) che mette subito in chiaro le intenzioni degli Hammerfall. Come già accennato in precedenza, il disco scorre liscio e senza problemi, l’unico problema è la presenza di una serie di pezzi filler che servono ad allungare il brodo, come la lenta “Twilight Princess” che si rivela una ballad non propriamente riuscita e che risulta infinita. Il disco si riprende nel finale con “New Breed“, che anticipa la conclusiva “Second To None“, brano senza infamia e senza lode.
Concludendo si può dire che “Built To Last” sia un buon disco che ci consegna una band in forma che sta ritrovando la via dopo i due precedenti lavori e per fare ciò ha deciso di non cambiare particolarmente il proprio sound, ma si è limitata a svecchiarlo, scelta particolarmente azzeccata. Il problema di questo lavoro lo si ha nel songwriting poiché alcuni pezzi suonano appunto poco ispirati e noiosi, ma nel complesso il tutto scorre con piacere. “Built To Last” regalerà sorrisi ai fan della band e si rivela comunque un buon disco heavy/power al quale gli amanti del genere dovrebbero dare una possibilità.