I Graveshadow sono un gruppo nato a Sacramento, California, nel 2012. Hanno esordito due anni dopo con l’omonimo EP, per poi produrre “Nocturnal Resurrection” nel 2015. A distanza di tre anni esce questo nuovo full length, “Ambition’s Price“: il genere è symphonic con una forte componente gothic, a cui si aggiungono anche influenze epic e alternative. Tra tutti gli elementi spicca la voce femminile pulita, che spesso passa a un growl accettabile senza però arrivare ai livelli di Alissa White-Gluz, per rendere l’idea. Seguono allo stesso livello chitarre essenziali e tastiere onnipresenti ma sottotono visto il genere, e infine basso e batteria piuttosto basic. Le registrazioni sono limpide e un po’ plastiche, con suoni molto gettonati nell’heavy/power. Inizialmente l’album scorre bene, per poi perdersi dando la percezione che duri più dei 54 minuti che lo compongono. Contiene undici pezzi di una durata variabile dai 3 minuti e mezzo ai 6 scarsi.
Tra le canzoni rilevanti:
- “Doorway to Heaven“: primo pezzo. Cominciare un album da un intro degno di una canzone disco anni ’90-2000 non è da tutti. Compensa però il resto del brano, ben strutturato anche se omogeneo dal lato della ritmica.
- “Hero of Time“: quarta canzone dell’album. Il pezzo più breve del lotto e con la componente epic più consistente. A tratti sembra l’incrocio tra la sigla originale di un anime e symphonic power metal.
Rispetto all’album precedente i suoni e i riff si sono alleggeriti, la traccia death è praticamente sparita, mentre quella gothic è ridotta a favore di quella power ed alternative. I suoni sono rimasti costanti, qualcosa è stata fatta nella strutturazione dei brani con l’aggiunta di pochi assoli in canzoni più brevi ma comunque grintose. Un esperimento interessante e particolare ma non particolarmente entusiasmante anche se è tutto sommato un lavoro ben curato, per alcuni punti un buon passo avanti rispetto a prima.