Spudorati. Spudoratamente spudorati. In un quarto d’ora scarso di musica, i GORE NAH riescono a esternare una sfacciata assenza di vergogna, misura, ritegno. I membri del terzetto veneto non sono completi novellini della musica estrema, ma con Here We Gore irrompono a piè sospinto nel pozzo (nero) di qualcosa che potrebbe essere definito electro-grindcore.
In questo quarto d’ora scarso, sopra le tre persone fisiche voce-chitarra-basso sgomitano una drum machine orgogliosissima di esserlo, delle tastierine tamarre in bilico tra epicità e musichette arcade, coretti da operetta e infiniti campionamenti da film, videogiochi e segreterie telefoniche di spettabili aziende venete. Si potrebbe pensare, e non del tutto a torto, che il mer(d)aviglioso mondo del grindcore non abbia più molto da dire. Uno dei suoi tratti peculiari, quello che a conti fatti fa la differenza, è il connubio tra una base musicale solida e la capacità di non prendersi sul serio, un po’ come quando da mocciosi ripetevamo caccaculopipì con gli amichetti ridendo come pazzi. Cazzoni scanzonati su canzoni cazzutissime. E i nostri Gore Nah passano il test.
Che il primo lavoro dei Nostri sia confezionato in maniera casereccia non è un mistero, lo si evince dalle sonorità e dal mixaggio; nonostante ciò, i riff restano comunque ben spinti dalla chitarra e dal basso, ma è un growl ursino davvero di livello a farla da padrone. Non c’è tempo di annoiarsi: anche nelle manciate di secondi in cui la verve sembra calare, non si fanno attendere rispettivamente grasse risate o mazzate da chilo sulle ginocchia. La nostra personalissima preferenza va a “French Fries“, “Broken as Usual” e soprattutto all’apice “Fartality“, di cui esiste anche il video.
Il disco è scaricabile gratuitamente. Quest’estate fatevi un favore, delle belle scapocciate sotto l’ombrellone e quattro risate.