Dopo il discreto Gators Rumble,Chaos Unfurls datato 2013, ritornano sulle scene i francesi Glorior Belli con il sorprendente Sundown.
Il gruppo francese si è preso tutto il tempo necessario per elaborare questo nuovo parto discografico, recuperando le radici black metal d’avanguardia dei primi album e mettendo in secondo piano le influenze Southern e Sludge dell’ultimo periodo, già palesate in The Great Southern Darkness e riprese in maniera in parte forzata nel precedente Gators Rumble,Chaos Unfurls.
I nostri dunque han deciso di ritornare sui loro passi e accogliere le critiche rivolte dalla loro fan base, spingendo forte sul lato black metal, pescando sia da gruppi inclini a una forma d’arte d’avanguardia ( Deathspell Omega), sia dal lato melodico e brutale affine alla scena Finlandese e sia dalla parte più sperimentale del genere( in alcuni tratti vengono alla mente i Nachtmystium ).
Naturalmente la passione di Billy Bayou per lo sludge più subdolo e strisciante emerge in maniera equilibrata e non invasiva in alcuni momenti dei vari brani( la splendida opener Lies Strangled skies) e viene tributata in Rebels In Disguise, mid- tempo opprimente che colpisce coi suoi fendenti prima di un ritornello aperto e melodico coinvolgente e ben arrangiato.
In generale i ritmi si sono alzati e a prevalere sono le sfuriate black metal in cui i nostri però evitano di cadere nella brutalità pura, ma bensì scolpiscono melodie epiche e furenti che rendono il tutto molto fruibile.
Chiari esempi sono la già citata opener Lies Strangled skies, cavalcata possente sorretta da chitarre melodiche e maestose che ci accompagnano fino all’intenso finale, e la conclusiva We Was Glory Was Despite, brano molto sofferto ed intimo soprattutto nell’arpeggio centrale.
Proprio il lato emozionale e drammatico che permane su tutto il disco è uno dei punti focali del disco stesso, e spesso arricchisce i momenti più epici dei vari brani, come nella splendida World So spurious o nella decadente Sundown, brano intenso, veloce e magniloquente pregno di melodie stupende il cui apice si raggiunge in quello che potremmo identificare come un ritornello.
Il lato più sperimentale emerge a metà disco con la sognante e solenne Thrall Of Illusions, confezionata con un’apertura e una chiusura da brividi che si incastrano alla perfezione con giri di chitarra e blast beats furiosi, il tutto sottolineato dalla perfetta produzione in cui convivono violenza e pulizia dei suoni.
Molto interessante l’impianto lirico che orna Sundown, basato su un’attenta e matura analisi del satanismo Crowleyano e del mondo affascinante dell’occulto, molto interessante in questo senso la sesta traccia Satanists Out Of Cosmic Jail.
A corredo di un lavoro perfetto sotto ogni punto di vista troviamo una delle migliori copertine uscite in questo 2016, che raffigura una figura femminile eterea che avvolge una città, elegante e distante dai canoni del genere.
In definitiva ci troviamo dinnanzi ad un grande ritorno, solido e ben arrangiato e composto, che riporta in alto una delle band più talentuose del genere, e che si pone di diritto tra le migliori uscite di questo periodo.