Aldo Giuntini, chitarrista savonese noto per aver fondato a fine anni ’80 il Giuntini Project, giunge con il suo quinto capitolo della sua carriera ben otto anni dopo l’ultimo disco “Giuntini Project Vol.IV” con una vera e propria svolta artistica che viene giustamente suggerita dal titolo della nuova opera: “Giuntini | Deathline – V”.
Se i primi quattro capitoli usciti nel corso del ventennio 1993 – 2013 si presentavano come ottimi complessi hard rock ed heavy metal, quest’oggi abbiamo di fronte un Aldo improntato su generi decisamente più duri ed aggressivi. Accompagnato da musicisti giovani e promettenti – di cui parleremo in seguito – la strada intrapresa in questo nuovo percorso di Giuntini è principalmente quella del melodic death metal, ricco di soluzioni squisitamente alla pari dei cosidetti “nomi grossi” del genere. Se è vero che i fan di vecchia data potrebbero facilmente storcere il naso di fronte a sonorità poco familiari è altrettanto innegabile che la opener “Spooky Man” sia immediata quanto micidiale al primo ascolto, un vortice tumultuoso entro il quale vengono sfogate con rabbia le ottime capacità di Leonardo Bacchiocchi (Motel Transylvania, Vexatio) dietro le pelli e di Eric Castiglia (Till Die, Solitary Crusade) alla voce, mentre la delicatezza compositiva tipica di Aldo accompagna il tutto nella maniera più cristallina possibile. “Winter Murder” aumenta di aggressività, le quattro corde di Davide Pesce (Motel Transylvania, Vexatio) danno il giusto carburante al brano raggiungendo la sua massima espressione melodica con l’assolo di Giuntini, sintetico quanto decisivo. “Human”, così come “Serial Killer” pongono anch’esse in primo piano la bravura di tutti i musicisti presenti nella line-up, anche se forse il video ufficiale di quest’ultima avrebbe meritato maggior cura nella realizzazione. Il disco prosegue diretto e convinto, “This Will Be Our Escape” presenta una struttura di alto livello e i groove massicci della successiva “Blood” ne danno la prova inconfutabile. La seconda parte del disco non presenta cali di qualità, come purtroppo spesso accade. “Imagine Death” e la filo-prog “Lost The Way” tengono alti gli entusiasmi per un disco che stupisce nella sua visione ed esecuzione grazie anche ad una serie di composizioni di buona fattura come “Another Soul” e la furiosa “Consumed by Madness”, senza nulla togliere a “6-Feet Of Dirt On Your Soul” dove a stupirci questa volta è l’inaspettato quanto ben riuscito pig squeal di Castiglia, non facilmente apprezzabile in altri contesti.
Si chiude in bellezza con “Stab In The Dark” che vede un’ospitata di tutto rispetto del buon vecchio Tony Martin, ex vocalist dei Black Sabbath dal 1987 al 1996 che non ha certo bisogno di presentazioni. Di fatto il brano è una rivisitazione della seconda traccia “Human” con l’importante aggiunta del timbro di Martin riuscendo a dimostrare che, dopo tanti anni di onorata carriera, sa ancora il fatto suo, eccome.
L’ultimo capitolo di Giuntini, in veste di melodic metaller, merita sicuramente l’attenzione di tutti i cultori del genere che – senza ombra di dubbio – sapranno trovare brillanti numerose intuizioni degne di nota, in grado non solo di essere ascoltate con soddisfazione ma di convincere un acquisto del disco fisico, trovando fieramente posto nella propria collezione personale.
Tracklist:
01 Spooky Man
02 Winter Murder
03 Human
04 Serial Killer
05 This Will Be Our Escape
06 Blood
07 Imagine Death
08 Lost The Way
09 Another Soul
10 Consumed By Madness
11 6-Feet Of Dirt On Your Soul
12 Stab In The Dark (feat. Tony Martin)
