Il 10 marzo vedrà l’uscita del quinto disco del trio inglese Fen (Havenless – batteria, The Watcher – voce e chitarra, Grungyn – basso e voce), affiancati dal musicista e produttore Jaime Gomez Arellano, che ha lavorato precedentemente con altre band come Ulver, Primordial e Solstafir. La band si forma nel 2006 con l’obiettivo di farsi spazio nell’oscura scena inglese, suonando un Atmospheric Black Metal che incorporasse anche elementi post-rock. Con numerosi lavori (un EP, quattro album, numerosi splits e compilation) e due tour europei alle spalle, quest’album risulta essere il lavoro più ambizioso della storia del gruppo.
The Watcher, il frontman della band, ci riassume l’album così:
“Con ‘Winter’ abbiamo voluto ‘ritornare alle radici’ della band per così dire, ma non nel modo nostalgico e cliché di molti gruppi – al contrario, abbiamo voluto questo disco per rappresentare l’ ‘essenza’ dei Fen in termini di tono, d’atmosfera e sopra ogni concetto. Questo album descrive pertanto un cammino verso la santità e la redenzione attraverso un paesaggio ricco di mistero, un accenno di oscurità e dolore, da tempo annegato in un lontano passato dimenticato. Esso rappresenta il culmine di oltre 18 mesi di scrittura e prove, durante il quale ci siamo spinti sempre più duramente come musicisti – si tratta di un disco lungo e auto-indulgente per il quale non offriamo alcuna scusa. In effetti, si tratta di un giusto tributo per celebrare dieci anni di esistenza dei Fen. “
L’album è composto da sei brani della durata media di dieci minuti l’uno, eccetto la prima traccia dell’abum “Pathway” di ben 17:07 min, che ci indica il sentiero per entrare nel mood di questo album. “Winter“, infatti. richiede un ascoltatore paziente, desideroso di immergersi in un viaggio. Il disco è proprio questo: un viaggio composto da sei tappe, corrispondenti ai titoli dei diversi brani della tracklist, in cui ognuno sfocia e si ricollega al prossimo. Essi infatti non sono affatto casuali, ma fortemente pensati secondo un preciso filo logico, creando questo percorso che si conclude con la redenzione e l’acquisizione della capacità di poter vedere (“Winter VI – Sight“). Il risultato è al dir poco spettacolare: sound aggressivi, affiancati da numerose parti in “clean”, mi hanno immersa in una vera e propria campana di vetro, durante tutto l’ascolto del disco. Posso dunque dire che il trio inglese abbia centrato al 100% l’obbiettivo dell’album e che “Winter” sia dunque un disco da ascoltare assolutamente ed apprezzabilissimo, in particolare per gli amanti del Black Metal e dell’Atmospheric.