E possibile dire che per quanto riguarda chi vi scrive ha compreso quello che potrebbe esser stata l’illuminaione sulla via di Damasco per san Paolo. I Fear of Domination si presentano a noi con questo album dal titolo Atlas, che uscirà il 6 maggio prossimo ed è una bordata infinita.
Band finnica nata nel 2006 e con alle spalle già tre album dal 2009 al 2014 e per la precisione cronologica: Call of schizophrenia, Create, Control ,Exterminate, Distorted delusion ed oggi, appunto, Atlas. album che come concept ha la fine del mondo in dieci canzoni.
Strutturalmente sono canzoni solide, massicce e che non fanno altro che stupire l’ascoltatore e per le abilità tecniche e per le scelte artistiche tuttaltro che ordinarie e consuete.
La combinazione di più generi, hard rock, industrial metal, musica elettronica e un mizzico di alternative metal fanno delle composizioni della band una scoperta ad ogni singolo secondo. Chitarre affilate con abilità e precisione chirurgica; una batteria implacabile, ossessiva e distruttiva; un basso cupo e massiccio che da un reale traino e linea di unione tra la sezione ritmica ed il resto della band; una voce che sa stupire sia in fase pulita e melodica che in ambiti aggressivi e in growls. Tastiere, loop e campionamenti assolutamente disturbanti e di impatto fuori dal comune. Tracce devastanti e violente, altre in midtempo, melanconiche e struggenti e tutte con una cura maniacale anche nella post produzione. Non vi è alcuna sbavatura di sorta
Provando a dare una formula visiva è come mischiare i Pain di Dancing with the death con i Pantera di Vulgar display of power, I Deathstars di Termination Bliss e i White zombies di Astro-creep 2000 tutti in un mixer, frullare ed aggiungere una forte dose di personale estro e di abilità artistica dei sei artisti che compongono la band. Sinceramente se oggi fossimo a fine 2016 si potrebbe dire che questo è uno dei dieci album sorpressa dell’anno. Di certo, indipendentemente da tutto e tutti, sarà una delle release migliori del 2016 per chi vi sta scrivendo.
Volendo darvi alcune delle tracce che rputiamo più significative, di certo possiamo affermare, oltre al fatto che è parecchio difficile trovare quelle che più di altre siano ottime, che El toro, Colossus, la titletrack Atlas, Divided, Final Transmission e Carnival Apocalypse. Ma più di altre volte ci rendiamo conto che è molto difficile dire che solo queste possono essere le canzoni top dell’album, questo è un album semplicemente atomico.
Provando a tirare le fila di questa recensione, ci viene spontaneo fare i complimenti alla band per quanto prodotto, i complimenti vanno anche alla casa discografica che li sta supportando la Inverse Records e a voi non resta che acquistare una copia di questo Atlas ne vale la pena, indipendentemente da tutto.
Line-up:
Saku Solin – Vocals
Johannes Niemi – Lead guitar
Jan-Erik Kari – Rhythm guitar
Lasse Raelahti – Keyboards
Lauri Ojanen – Bass
Vesa Ahlroth – Drums