“Earth II” segna il prosieguo della carriera di una delle realtà più interessanti della scena black metal italiana. Attivi da cinque anni, gli Earth and Pillars si son sempre caratterizzati per una proposta tanto semplice ed essenziale quanto trascinante e d’effetto, che segue la versione più atmosferica del genere, prendendo come riferimento realtà come Wolves in the Throne Room e simili. Le tematiche dei loro pezzi, facilmente intuibili semplicemente dal moniker dietro cui si nascondono i membri della formazione, sono relative alla natura e alla sua spiritualità, con questa produzione che ha anche un occhio di riguardo sui cambiamenti climatici recenti, ormai ben noti.
Il disco, suddiviso in quattro canzoni tutte dalla durata tra i dieci e i venti minuti, si apre con “Becoming”, traccia che mette in mostra quelle che saranno le caratteristiche dell’intera produzione. Si nota come le parti in chitarra acustica siano in primo piano, presenti in gran parte dei passaggi e generalmente legate bene agli altri strumenti, anche nei momenti di maggiore aggressività. La prima traccia ci fa entrare nel mood della produzione, mentre le seguenti tre si stanziano sulle medesime scelte con decisione e tenacia. Troviamo i riff cadenzati alternati alle parti in cui regna il classico tremolo picking, sorretti da un tappeto di tastiere e dalla batteria che, per la prima volta nella carriera del gruppo, è stata registrata in studio senza l’ausilio della drum machine. Questo particolare sicuramente non va scartato, e rende ancora più uniforme ed equilibrata l’unione tra i vari strumenti, giovando all’ascolto e facendo scorrere i pezzi più fluidamente.
Come ci avevano abituato coi loro precedenti lavori, gli Earth and Pillars seguono un sentiero ben preciso che per tutta la durata dell’album non subisce particolari variazioni. Canzoni lunghe e basate su un ridotto numero di riff, che nonostante la loro stazionarietà non vanno mai ad annoiare. Ciò che contraddistingue la proposta del gruppo nostrano è la capacità di mantenere costante l’attenzione dell’ascoltatore, trasportandolo in paesaggi montuosi, immersi nella natura, scenari che rappresentano il concept attorno cui ruotano le produzioni della band.
Non è facile comporre canzoni con una tale durata senza mai calare il livello della produzione, specialmente se i brani non hanno la varietà dalla loro parte. Però, quando entra in gioco il connubio formato da esperienza e capacità, pur seguendo un sentiero già ben noto, si riesce a dire la propria, e questo è il caso degli Earth and Pillars, che col nuovo capitolo della loro carriera si confermano una formazione da tenere d’occhio. Non siamo di fronte a un lavoro eccezionale, però un lavoro che fa trasparire tutta questa maturità sicuramente non passa inosservato, specialmente in un genere in cui farsi notare non è per niente facile.