I Disclarity sono una band finlandese formatasi nel 2011 e con all’attivo un ep uscito l’anno successivo chiamato Lost Integrity; questo giugno hanno fatto uscire il loro primo album completo, What Will Be Left. È un album composto da 9 canzoni per una durata complessiva di una mezzoretta abbondante (31.20); un album breve che scorre veloce alternando parti pestate a quelle melodiche-lente, talvolta pure sovrapponendole; il tutto in una lunghezza media che si aggira tra i 3 minuti e mezzo e i 4. Il mixaggio è equilibrato, salvo per quanto riguarda il basso che viene sovrastato da tutto il resto, la voce onnipresente è la principale fonte di brutalità assieme alla chitarra ritmica, mentre la chitarra solista conferisce la melodicità; la batteria non è nulla di eccezionale ma dà comunque potenza ai brani. I suoni e le ritmiche sembrano una via di mezzo tra Hatebreed e After the Burial, aggiungendo un pizzico di Fallujah; una influenza marcata di alternative: per intenderci i Bring Me To Horizon, ma con una voce nettamente migliore.
Canzoni rilevanti:
- Liars: quarto pezzo dell’album. Intro djent, poi subentra la parte melodica intervallata da strofe metalcore. L’assolo fa il suo ingresso dopo un breakdown e lascia il posto all’ultimo ritornello, per poi concludersi in maniera lenta e melodica
- Save Me from Myself: settima canzone. Il fatto che abbia un proprio intro, Alteration, è abbastanza indicativo sul fatto che sia stata elaborata in maniera speciale. Una mistura tra brutalità del metalcore e melodie, soprattutto nel ritornello. L’intermezzo melodico cantato in pulito però supera tutto
- Dreams: penultimo pezzo. Brutale come le altre, ma le parti melodiche, fedeli al nome, trascinano in una atmosfera quasi da sogno. Sovrapponendo le due caratteristiche viene fuori una signora canzone
Rispetto all’ep hanno i Disclarity hanno investito tempo sulle melodie e sui suoni espandendoli e armonizzandoli, dando delle canzoni articolate e estremamente orecchiabili. Alcuni dei migliori pezzi sono però sull’ep, ma questo non toglie il fatto che l’album abbia le sue perle, gradevoli soprattutto per le melodie e le atmosfere particolari che che esse trasmettono. Cos’altro dire, vale la pena sentirlo almeno una volta.