Attivi dal 2000, i Devilish Impressions hanno lasciato la loro firma nella scena polacca per una proposta che segue quanto composto dai connazionali Behemoth e Vesania, con una combinazione tra black metal e death metal che lascia talvolta spazio alla melodia. La band capitanata da Quazarre, nel corso di questi diciannove anni, ha rilasciato quattro album che per quanto possano essere scritti con consapevolezza non sono mai riusciti a lasciare particolarmente il segno. L’ultimo “The I”, pubblicato nel 2017, è stato in grado di dare un’impressione migliore, e l’EP di cui tratteremo oggi, “Postmortem Whispering Crows”, continua proprio da dove si era concluso il predecessore. Non ci aspettiamo un lavoro che stravolgerà la loro carriera, però mantenendo i livelli dell’appena citato full-length i Nostri farebbero sicuramente bella impressione, allontanando la mediocrità dei primi lavori.
L’approccio immediato fa ben sperare; lo stile rimane immutato ma meno derivativo, più personale e soprattutto vario. Difatti, uno degli aspetti migliori delle tre tracce che compongono questa produzione è proprio la varietà: ognuna mostra una faccia diversa della proposta firmata Devilish Impressions, nel bene e nel male.
L’opener “Dvma” si basa principalmente sull’unione degli arpeggi di chitarra con delle ritmiche coinvolgenti, dando molta importanza agli inserti melodici, come l’assolo di chitarra presente nella metà del brano.
La seguente “Cingvlvm Diaboli” rievoca i fantasmi del passato. Il pezzo in sé merita, però si percepisce immediatamente la somiglianza con i Behemoth degli anni di “Demigod”: i Nostri risultano feroci e precisi ma poco ispirati. Il brano, comunque, cresce col tempo, migliorando nella seconda metà, con un finale più cadenzato e intrigante che precede la conclusiva “Interregnvm”. Quest’ultima composizione conclude questo lavoro in modo degno, mostrando come i polacchi abbiamo comunque delle considerevoli capacità compositive e non facendo pesare le varie influenze esterne.
“Postmortem Whispering Crows” non è un EP imperdibile, ma nemmeno un lavoro da scartare. L’inizio della carriera del terzetto non ha raggiunto risultati considerevoli, ma le ultime produzioni meritano maggiormente l’attenzione dell’ascoltatore. Ora come ora siamo dinanzi a tre semplici tracce che non dicono niente di nuovo, ma si fanno ascoltare volentieri e danno delle speranze per i prossimi lavori dei Devilish Impressions.