Diciamocelo chiaramente, un anno fa a quest’ora nessuno si aspettava una situazione come quella attuale nella quale non è possibile assistere a un concerto e tutti i festival sono stati cancellati. Un anno fa probabilmente si decideva definitivamente a quali festival partecipare in base alle ultime conferme, assaporando già il sapore di birra bevuta sotto al palco, cibi improbabili e notti in tenda. Oggi invece la realtà è ben diversa in quanto ci si ritrova chiusi in casa con la certezza che i primi concerti non ricominceranno prima di settembre/ottobre; insomma, è una prospettiva deprimente sia per i fan che per i musicisti stessi. Ecco che quindi arrivano in nostro soccorso i Destruction con la pubblicazione fortuita, come già spiegato da Schmier nell’intervista che gli abbiamo fatto (disponibile a questo link), di “Born To Thrash“, un live album che immortala il concerto tenuto dalla band tedesca al Party San del 2019. L’album è composto da dieci tracce che raccolgono in poco meno di un’ora i classici della band e un paio di brani estratti dall’ultima fatica dei thrasher tedeschi, “Born To Perish”. Il disco è il primo con la nuova formazione a quattro elementi e, vista la situazione d’emergenza, è stato fatto uscire prima in digitale (8 maggio) e poi il 17 luglio arriverà anche la versione fisica.
Parlare dei singoli brani è superfluo in quanto ogni buon metallaro dovrebbe conoscere inni come “Curse The Gods“, “Mad Butcher” e “Thrash Till Death“. Il disco ha un sapore old school e risulta molto sincero in quanto registrato in un singolo colpo, senza tagli e ritocchi, basta ascoltare per esempio “Nailed To The Cross“, durante la quale Schmier fa parecchia fatica, per rendersene conto. Questo da un sapore autentico e un valore aggiunto a un disco che altrimenti sarebbe superfluo (come il 99% dei live album o delle raccolte).
Parlando dell’esibizione dei Destruction, i Nostri ci danno dentro dall’inizio alla fine senza pause e dimostrano di avere ancora molta benzina nel serbatoio. La furia con la quale sono suonati pezzi come “Mad Butcher” e “Thrash Till Death” ne sono un esempio.
Come già anticipato la scaletta è una sorta di raccolta dei classici della band tedesca, la partenza con il trittico “Curse The Gods“, “Nailed To The Cross” e “Born To Perish” è un vero e proprio pugno in faccia che mette in chiaro cosa ci si può aspettare da questo disco.
Tirando le somme si può dire che “Born To Thrash” in vista di un’estate senza concerti è un’ottima valvola di sfogo che restituisce in parte la sensazione di essere sotto un palco. Il motivo è dato dal modo in cui è stato registrato che rende il tutto autentico con pezzi più o meno riusciti. L’unica vera pecca di questo lavoro è che il concerto non è stato immortalato anche in video a eccezione di tre brani, perché sarebbe stato veramente interessante da vedere. Il live album è senza dubbio consigliato ai fan della band tedesca e a tutti gli amanti del thrash metal per i quali si prospetta un’estate (e basta, si spera) senza moshpit e wall of death. Se siete invece alla ricerca di un qualcosa di più raffinato e pulito vi conviene passare oltre perché in “Born To Thrash” ci sono solo onestà, passione e cattiveria.