DESCENDENTS – Hypercaffium Spazzinate

by Metalpit.it Staff

È sempre difficile parlare se di fronte ci son leggende del calibro dei Descendents. Allo stesso tempo è un piacere sentire che a 50 anni suonati sfornano ancora lavori di grande livello.
Hypercaffium Spazzinate” arriva dopo una pausa di 12 anni dal precedente “Cool To Be You“.
Dal 2004 fino ad oggi, di certo i componenti non son stati con le mani in mano: Milo Aukerman (cantante) ha lavorato nel suo laboratorio chimico, Karl Alvarez (bassista) e Stephen Egerton (chitarrista) tengono corsi di musica e hanno collaborato con diverse altre band (vedi gli MxPx con “Plans Within Plans“) e infine Bill Stevenson (battersita )si è divertito a mixare tante band in quel bel posto in Colorado chiamato Blasting Rooms, senza contare che tutti e 4 regolarmente sono andati più volte in tour tra ALL e Descendents per tenersi in allenamento con la loro passione.

La voce di Milo canta melodie catchy ma mai smielate stile pop da classifica, così come la chitarra di Egerton ha il pregio di andare oltre le accordature classiche ed i power chords, spesso variando su una chitarra pezzi che andrebbero suonati su due. Il basso di Alvarez è tutto un assolo, mentre il tutto è accompagnato da un’ottima batteria che racchiude alla perfezione ogni strumento.
Hypercaffium Spazzinate” è sicuramente un disco diverso rispetto a quelli sperimentali dei primi anni (da “Enjoy” a “I Don’t Want To Grow Up” fino a “All“). All’ultimo forse manca un po’ di grinta, ma rispecchia sicuramente lo stile che li ha caratterizzati e ha influenzato tutte le band pop punk più famose.
Io, per conto mio, li considero dei maestri da seguire essendo inimitabili e incredibilmente quasi mai banali.
Il singolo “Victim of Me” racchiude il meglio delle loro capacità ed è la migliore canzone dell’intero album.
Di 16 canzoni (21 per la versione bonus) sono molte quelle da sottolineare: “No Fat Burger” legata alla classica “Coffee Mug“, o le melodie decise di “On Paper“, “Spineless And Scarlet Red” e “Smile” o i bellissimi intro di basso di “Fight Myself” e “Comeback Kid“.

Tutte queste son canzoni punk vecchia scuola farebbero impallidire ancora oggi tutte quelle band che hanno ottenuto più successo di loro in termini di vendite. È chiaro che se ogni 12 anni i Descendents sfornassero un album come questo ci metterei la firma: le tante tracce non mi son parse per nulla pesanti da sentire. L’unico problema è che non si sa se ci sarà un altro album dovendo avere a che fare con la carta d’identità ma se gli Slayer, gli Iron Maiden e gli AC/DC (fino a poco tempo fa) tengono botta, perché loro non dovrebbero?

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