I Dawn of Disese nascono nel 2003 a Osnabrück, in Germania. È solo nel 2011 che vediamo il primo album uscire, “Legends of Brutality”, opera che ha permesso loro di farsi conoscere nei diversi open air d’Europa. Il 2016 risulta essere l’anno della svolta, quello della firma con la Napalm Records per il loro terzo album.
Il nuovo album “Ascension Gates“, uscito lo scorso 11 agosto, si presenta come un album ritmato dai riff in stile melodic death metal svedese di cui si fanno portavoce. Il growl rabbioso del cantate Tomasz è la componente fondamentale di questa band, rafforzato dalla doppia chitarra dai suoni crudi e limpidi.
L’album si compone di dieci tracce. Degna di nota è “Akephalos“, brano che ha fatto da teaser per questa nuova pubblicazione grazie al video uscito a luglio. La canzone è un inno al demone egizio senza testa, talvolta identificato con il dio del sole. Anche qui è la voce a trasportare le persone nell’atmosfera mistica del tema, scandito dal ritmo crescente delle martellate sui piatti di Christian T. Altro brano interessante è “Fleshless Journey“, il quale rappresenta un tipico lavoro melodic death che ci piace tanto, uno di quelli che se lo ascoltiamo l’headbnaging è d’obbligo.
“Ascension Gate“, opera che dà il titolo all’album, non tradisce il genere ed è una riflessione sulla morte. A chiusura troviamo “Mundus Inversus“, un brano che cerca di portare più emozione che rabbia, alternando ritmi serrati ad altri più sul midtempo, sempre dominati dalla voce di Tomasz.
Complessivamente l’album non si discosta dai precedenti e nemmeno porta una ventata nuova nel genere, anzi, non fa altro che replicarne le regole riproponendo, anche banalmente, gli Amon Amarth ante “Surtur Rising”. A limitarne la performance è soprattuto la presenza di un batterista mediocre i cui suoni vengono modulati dal trigger nelle casse e nel rullante.