Dopo il favoloso “Sleeping Giants” Mr. Ellefson, bassista e co-fondatore dei Megadeth, ha posto una band non da poco: Thom Hazaert alla voce, i chitarristi Andy Martongelli (Arthemis) e Ron “Bumblefoot” Thal (Sons of Apollo, Yes, Ex-Guns N’ Roses) e Paolo Caridi alla batteria. Ma non è finita qua! Sul mega tir guidato da David troviamo una serie di ospiti speciali quali Charlie Benante (Anthrax), Gus G (Firewind, Solo, Ex-Ozzy Osbourne), Eddie Ojeda (Twisted Sister), Brandon Yeagley (Crobot), Dirk Verbeuren (Megadeth), Frank Hannon e Troy Lucketta (Tesla), Mark Slaughter, Jason McMaster (Dangerous Toys, ex-Watchtower, Evil United), Greg Handevidt (Kublai Khan, Ex-Megadeth), Chuck Behler (Ex-Megadeth), John Aquilino (Icon), Doro Pesch, Dave McClain (Sacred Reich, Ex-Machine Head), Dave Alvin (White Trash), Todd Kerns (Slash & The Conspirators), Andrew Freeman (Last In Line), Jacob Bunton (Mick Mars), Al Jourgensen (Ministry), Russ Parrish (Fight), Dead By Wednesday.
Dopo aver visto la band dal vivo in una data milanese (a questo link il report), “No Cover” è una compilation pubblicata su doppio album, che abbiamo recensito per voi con grande piacere! Contiene ben 19 classici del rock e metal, tra cui brani di Judas Priest, WASP, Motorhead, Def Leppard, Cheap Trick, Queen, Twisted Sister, Fastway, Fight, Dead Kennedys, e molti, molti altri!
La copertina è a cura di Melody Myers (Ellefson, Altitudes and Attitude, Escape The Fate), un omaggio al debutto dei Def Leppard, “On Through The Night” del 1980.
“Freewheel Burning” è la traccia che apre questo disco, dove vediamo Jason McMaster in una favolosa interpretazione, un super Gus G carico a molla e impeccabile come sempre, mentre Dave McClain e Andy James sono assolutamente ottimi, la canzone prendere bene sin da subito e risulta un’ottima cover, senza uscire troppo dai canoni! La seconda bomba scaricata dal tir “Ellefson” è “Tear It Loose” cover fantastica e azzeccatissima dei Twisted Sister, una vera mina in faccia all’ascoltatore! Non è da meno “Love Me Like A Reptile“, canzone che personalmente adoro, e che anche qui viene eseguita alla perfezione, forse in chiave più metal rispetto all’originale, ma questi pezzi dimostrano che i ragazzi che hanno contribuito a questo lavoro non solo riescono a catturare l’anima e l’essenza di ogni traccia originale dell’album da cui vengono prese, ma trasformano abilmente ogni classico in un inno metal indimenticabile. Queste canzoni fanno già capire all’ascoltatore di che pasta è fatto il disco e che tipologia di lavoro andremo ad ascoltare.
Ammetto che sono rimasto sorpreso dalla presenza di una cover dei Dead Kennedys, “Holiday in Cambodia” anche qui un pezzo intramontabile della band, anche se avrei preferito la storica e tamarra “Too Drunk to Fuck”, ma me ne farò una ragione!
Con il classicone “Rebel Yell” (B. Idol), le successive “Nailed To The Gun” (Fight), “LOVE Machine” (W.A.S.P.) e “Eat The Rich” (Krokus) mi ritrovo ad urlare letteralmente per casa svegliando anche la vicina… da quanto sono stonato! Queste canzoni hanno risvegliato in me tanti ricordi di quei bellissimi concerti e momenti che ho vissuto da ragazzino, poi con musicisti del calibro di Charlie Benante, Bumblefoot e Jimmy DeGrasso… non si scherza! Questa è gente che di musica ne ha fatta e ne sa a pacchi, queste sono cover che non stancano, non stufano né al primo né ai successivi ascolti. Compatte, dure, aggressive e chiaramente ben studiate punto per punto, nota per nota.
Signori non potevano mancare pezzoni indimenticabili come la adorata “Beth” dei Kiss, “Sheer Heart Attack” dei Queen suonata da una line-up che mi fa uscire di testa solo a leggere i nomi, figuriamoci nel sentire la canzone! Anche questa traccia è suonata più in chiave metal che hard rock classico. Questi sono i Queen che piacciono a me, quelli più duri rispetto a quelli venuti dopo, ma questo è un pezzo degno di almeno un ascolto, anche se non siete fan della band; chiaramente parlo per tutte e due le versioni.
Se questo tir fosse reale, io ci salirei immediatamente. Partirei senza una destinazione, senza sapere quale sarà la prossima fermata, anche se a guidare non fosse Lemmy Kilmister come per gli Airbourne in “Running Wild”, ma bensì Mr. Ellefson. Ragazzi poteva mancare una cover dei mitici Sweet? Assolutamente NO! Una canzone che cattura fin da subito, fantastica, precisa, ben eseguita fino all’ultimo secondo. Non abbiate paura a salire su questo tir anche voi, se odiate le cover, con un disco come questo (o come questo) le canzoni rifatte e risuonate, diventano una cosa stupenda, peccato che non tutti i dischi di cover siano così, ma giustamente qui abbiamo dei professionisti mica da poco!
Anche questa volta Ellefson e soci hanno creato un ottimo lavoro, complimenti a tutti per l’ottimo prodotto!
Volete un’ulteriore motivazione per ascoltare questo disco? Per salire su questo tir non dovete neanche travestirvi da suora come fece Terence Hill con Bud Spencer nel film “Pari e Dispari” nel 1978!
Siete pronti a scroccare un passaggio a Mr. Ellefson?