CORROSION OF CONFORMITY – No Cross No Crown

by Tancredi Cassina

Il 2018 inizia con una carrellata di autentiche leggende che tornano alla ribalta, tra le quali i Corrosion Of Conformity che, forti del ritorno in studio di Pepper Keenan, partoriscono un autentico macigno, un cazzotto nello stomaco che prende il nome di “No Cross No Crown“.

In un genere come lo sludge dove talvolta i canoni sono ben pochi, e il vero spartiacque fra le buone band e i gruppi meno validi è la capacità di impattare duro l’ascoltatore, ci sono band come i Corrosion che hanno letteralmente costruito una reputazione a suon di schiaffi sonori, questo decimo album non fa eccezione.
Temi come disperazione, fallimento umano, disagio mentale, agnosticismo e ogni possibile combinazione di questi non abbandonano le tematiche proposte dalla band, che sotto il profilo lirico non brilla ma sicuramente non delude, con il vero lato straordinario emerge dalla qualità del songwriting: Pepper e soci mettono insieme una quantità incredibile di riff spietati e violenti e li sposano ad atmosfere cupe e lamentose, che randomicamente vanno a contaminarsi di ambient, blues, southern rock e un pizzico di psichedelia che nel complesso fa emergere influenze varie e notevoli.
“No Cross No Crown” contiene ben quindici brani che scalciano dall’inizio alla fine, portando l’ascoltatore in un viaggio dal retrogusto che sa di palude. Il sapore di NOLA viene abbastanza fuori nel writing del buon Pepper e sicuramente non è un demerito, anzi, arricchisce la già solida base sulla quale il disco è costruito. Dopotutto, i Down nascevano come super band no?
Suoni granitici, una produzione curata ma funzionale al genere, un feeling e un groove veramente unico e alcune scelte inconsuete (come le chitarre acustiche che fanno capolino qui e lì) rendono il sound di questo disco veramente possente e completo, il tutto reso ancora più intrigante dall’artwork dai toni cupi ma non scontati.

In questo marasma che risponde al nome di Heavy Metal, ci sono ancora band che riescono a rimanere fedeli al loro sound, senza perdere la loro rotta in favore di compromessi che generalmente tendono ad appiattire tutto. Se siete in cerca di un lavoro alla vecchia maniera, vi consiglio di piazzarvi davanti uno stereo e far partire “Little Man“, il resto sarà naturale, parola del sottoscritto. Bentornati Corrosion Of Conformity.

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