Ci sanno fare i Cornea, e lo dimostrano fin da subito con questo loro album di debutto. Il post-rock è un genere che nelle sue accezioni più classiche non ha mai concesso una particolare libertà di movimento se non si hanno intuizioni degne di nota, e da qui nasce una spiccata difficoltà nel plasmare un sound personale, che non rimandi vistosamente ad altre realtà simili. Ma quando queste varie influenze si sanno gestire, spaziandole efficacemente all’interno di un disco, esso stanzia su delle solide fondamenta da cui partire. Ed è così per “Apart”, prima fatica della formazione da Padova. Certamente, rimandi a classici come God Is An Astronaut e This Will Destroy You si possono ancora percepire nell’atmosfera creata da questo lavoro, ma trovano uno spazio pertinente, evitando di rubare la scena andando a rendere il tutto anonimo, troppo derivativo.
“Apart” è un concentrato di emozioni e di melodie tanto accattivanti quanto eteree, che in sei pezzi costituisce un crescendo sempre più profondo, che lascia in trance l’ascoltatore, facendolo disperdere nei suoi scenari onirici. A ogni riproduzione, i pezzi donano qualcosa di nuovo, percezioni inedite che catturano la mente, note che incantano.
Nel loro definirsi “siamo ciò che gli occhi non possono vedere”, i Cornea hanno dannatamente ragione. La musica coinvolge a livello mentale; mai arriverà a lasciare qualcosa di fisico, tangibile e visibile, ma quando un disco sa donare sensazioni molto forti come in questo caso, va oltre la vista, laddove si nasconde il vastissimo universo spirituale. In quel momento entrano in gioco ricordi, riflessioni e pensieri di vario tipo, accompagnati dalle note che vengono percepite con una certa vicinanza, sempre più presenti e contraddistinte da una visione soggettiva, personale. Il risultato di questo disco non si potrà vedere con gli occhi, ma se ascoltato con la dovuta attenzione e dedizione permette di intraprendere un viaggio nella propria mente.
Il debutto del terzetto si muove tra passaggi più pestati e altri sognanti, rimanendo fedele alla natura strumentale dei brani e creando un equilibrio tra post-rock e post-metal che non si sbilancia mai in maniera netta. Per tutto l’ascolto regna la compattezza, il livello costante del disco che fa dell’insieme il suo punto di forza, non un pezzo singolo piuttosto di un altro. Quasi sorprende la natura di album di debutto di questo lavoro, proprio per questa maturità mostrata in partenza, ma qui entra in gioco l’esperienza dei vari membri, che possono vantare un background musicale rafforzato da militanze in formazioni quali Owl of Minerva, Willow e altre ancora, senza le quali questo bilanciamento tra i vari elementi potrebbe risultare meno efficace.
Non è facile trovare un disco di debutto che riesca a valorizzare sia il livello attuale della band che le impressioni che quest’ultima lascia sul proprio futuro, ma questo è uno dei casi. Non è un inizio di carriera acerbo ma con buoni spunti che fanno ben sperare per una futura evoluzione, così come non è uno di quei lavori organici e validi, ma devoto a un sound ormai saturo, che quindi non riesce a spiccare. “Apart” dei Cornea è l’unione di quanto di buono hanno queste due eventualità, e ci presenta una formazione che nel suo piccolo ha tutte le carte in regola per lasciare la propria firma nella scena nostrana.