Ritornano i Concede con il primo album full lenght per il duo australiano, nato inizialmente come progetto solista di Jay Huxtable (Cumbomb, Grenade Brain) e pubblicando due EP “Regression” (2017) e “Human Epidemic” (2018), avendo partecipato poi qualche mese dopo allo split “Disposable Culture Sampler”.
L’anno scorso infine si è aggiunto alla voce Peter Emms (End It All) e il prodotto finale prende il nome di “Indoctrinate”.
Si tratta di grindcore incattivito, con un minimo di forma e senza pig squel, avvicinandosi ai Nails ma con brani più brevi, che vanno dritti al punto cedendo il passo alla mazzata successiva. Tutto ciò applicato in un complesso di 15 brani di lunghezza variabile dal mezzo minuto ai 5 minuti per una durata complessiva di 23 minuti circa.
Tra le canzoni rilevanti:
- Indoctrinate: primo pezzo. In poco più di un minuto si mette in chiaro che i Concede non vanno per il sottile, fungendo perfettamente come avvertimento tra riff scatenati, urla e ritmi forsennati di chitarre, batterie e basso, con una lieve “pausa” mezza thrash metal prima del botto finale. Da qui in poi partono una sequela di pezzi fulminei ma ben fatti, con aggiunte relativamente più leggere ma con un buon groove.
- One with the Earth: quindicesima canzone dell’album. Il pezzo più lungo e nel complesso il più lento, una via di mezzo tra black metal, post rock e sludge che si svolge per oltre 5 minuti. Un brano abbastanza inconfondibile con un outro niente male che dura praticamente come le quattro canzoni che lo precedono, o poco meno di un quarto dell’intero album.
Rispetto agli album precedenti è stato migliorato il livello delle registrazioni, cosa non particolarmente presa in considerazione in questo genere. Si è puntato a qualcosa di più nitido e diretto, mentre la pulizia dei suoni è sempre stata abbastanza alta. Si tratta nel complesso di un album da cosiddetta “botta e via”, meno di mezz’ora che scorre in fretta, lasciandoti decidere se ascoltarlo di nuovo o rituffarti sui Nails, senza pentimenti o rimpianti.