Sardegna, terra di vento e profumi. Ma non solo. Terra di metallo. Ed è proprio dalla Sardinia che arrivano i Charun con questo secondo, stupendo album in studio intitolato “Mundus Cereris“.
Ammetto fin da subito di esser innamorato perso di questo disco. Un lavoro, questo, arrivato dopo un esordio altrettanto notevole – “Stige”. Un album che coniuga sonorità tipicamente post-rock a quelle post-metal strumentali. Il risultato? Sei brani completamente strumentali ma decisamente pieni e rotondi. Le mie orecchie, come sempre, si sono lasciate andare dopo svariati ascolti attenti, ma fin da subito ho avuto l’impressione di trovarmi davanti ad un disco davvero di spessore.
Personalmente parlando, coesistono in questo lavoro ben due generi a me congeniali (per non definire tali “i preferiti”): il post-rock ed il metal. C’è la malinconia di “Malacoda“, vero e proprio inno d’entrata sul palcoscenico, la rabbia di “Mae” ed il perdersi dentro “Vanth“. Paesaggi lontani di un’epoca remota, sbalzi temporali e cosmici, trionfo di chitarre. E se le chitarre urlano al cielo, le batterie di questo stupendo disco arrancano e si dimenano pesantemente in ginocchio, davanti all’ascoltatore. Se vi piacciono band come ISIS, Neurosis e simultaneamente gruppi come Mogwai ed EF, beh, siete giunti a destinazione.
Un album non facile, non immediato e non diretto, che non si priva però della melodia per raggiungere gli scopi prefissati. Il concept è maturo, e anche davanti a brani di ben oltre gli otto minuti, non ci si stanca in nessun singolo momento. Il nostro “Mundus Cereris” è legato indissolubilmente al rituale originario: l’universo nella sua completezza ed oscurità, l’ignoto e l’oscuro. L’artwork stesso si manifesta come un enorme sole nero imperscrutabile e inavvicinabile. Dovete ascoltare questo disco? Sì. I motivi? Sono tanti, ma non voglio togliervi o anticiparvi niente, credetemi.
Un cerchio che si chiude e un importante punto di partenza allo stesso tempo, per questo album davvero degno di esser chiamato tale. I Charun sono un orgoglio italiano da coltivare, proteggere ed ascoltare.