Il progetto Chaos Plague si manifesta ufficialmente nel 2013 con l’uscita del primo ep intitolato Existence trough annihilation sotto l’ala protettrice della Revalve Records, etichetta italiana abbastanza conosciuta e attiva in territorio nazionale.La band ha origine qualche anno prima, quando Matteo decide di utilizzare il proprio bagaglio culturale per creare testi che narrano di tematiche Nietzchane e non solo. Addirittura Il nome Chaos Plague nasce da rimandi tratti dal filosofo tedesco che in una delle sue lettere si definì: Lo scriba del Chaos.
L’approccio sonoro è Death metal tipico degli anni ’90 che va a fondersi con le peculiarità che ogni membro inserisce nella composizione, rendendo ogni brano unico. Le influenze si percepiscono e potrei dire: Cynic, Pestilence, Opeth, Twisted into Form, Obscura e Death.
L’album comincia con A fair vendetta. Intro strumentale con suoni ottocenteschi e vagamente gotici. Una melodia capace di rapire l’attenzione dell’ascoltatore. L’ispirazione arriva da un passaggio di Così Parlò Zarathustra nella quale la vendetta è intesa come quella bramosia e la tendenza alla ricerca… ovvero il passaggio verso l’Oltreuomo.
Si prosegue con Chirality, struttura complessa, in cui le note del basso corrono a velocità impressionanti ed un growl possente sovrasta i riff di chitarra, preludio dell’inaspettato, d’un tratto la violenza si spegne lasciando spazio a parti più calme, per riapparire con la stessa violenza iniziale.
A seguire ci sono Coil e Collision Of Entities, brani grintosi, con tempi alternati. Dietro le pelli Stefano crea un muro sonoro pesantissimo.
I Chaos Plague tessono presupposti sonori ottimi per dar base a testi carichi di pathos. Il primo è un brano che parla della colpa ancestrale dell’uomo, mentre il secondo è il classico tema della guerra interiore fra il bene e il male.
Fall Of Reason ci ‘mostra’ un suono più doom ma sempre con ritmiche articolate, nel quale possiamo riscontrare melodie temprate e perfette.
Daniele con la sua voce riesce a far rabbrividire qualsiasi ascoltatore mentre canta di come l’equilibrio perfetto della natura sia stato spezzato dall’avvento della razza umana.
I, Annihilation e’ l’essenza del Death: possente, veloce e tecnico.
Growl sovrastante mentre il doppio pedale raggiunge velocità incredibili ed è il punto più violento del disco. Il testo è una dichiarazione di odio eterno. Luciano e Davide spargono riff a profusione, giocando con tecnica e stile, creando un’unico corpo, con picco nella fase d’assolo.
Inner Visions Of External Disillusions, strumentale, pieno di cambi stile, vagamente Gojira. Il brano preannuncia la ‘tempesta’ che arriverà con: Sinner’s Regret e Trascendental Liberation. Growl possenti, velocissimi colpi di batteria, riff macinanti si alternano con parti morbide, con infezioni jazz ma su base death, creando dei pezzi orecchiabili ma pesanti e corposi.
Infine Ubermensch Path il pezzo che preferisco. Nell’ultimo brano i Chaos Plague danno il meglio, creando momenti unici, con variazioni sia di tempo che di stile. Nel brano si narra la storia della conversione di uomo a Oltreuomo in più atti.
Album complesso, alternativo e carico di influenze differenti. Consigliatissimo agli amanti del metal sperimentale. A mio Parere una delle band Underground Italiane che hanno le carte in regola per solcare grandi palchi un giorno.