I CARACH ANGREN sono un gruppo olandese formatosi nel 2003 a Landgraaf dall’unione di Dennis “Seregor” Droomers (voce e chitarra), Clemens “Ardek” Wijers (tastiera e orchestrazione) e Ivo “Namtar” Wijers (batteria e percussioni). Nel 2008 esce il loro primo album in studio intitolato “Lammendam”, seguito due anni dopo da “Death Came Through a Phantom Ship”. Entrambi narrano di storie di fantasmi: il primo di un castello infestato da una donna in abito bianco, il secondo di una reinterpretazione dell’ “Olandese Volante”.
Firmano successivamente con l’etichetta Season of Mist e nel 2012 esce “Where The Corpses Sink Forever”, contenente riferimenti alla prima e seconda guerra mondiale e alla guerra del Vietnam. Nel 2015 viene poi rilasciato “This is No Fairytale”, album di successo che prende ispirazione da varie fiabe famose per affrontare tematiche di abusi, violenze e traumi infantili. A inizio 2017 la band è stata impegnata come supporto nel tour europeo dei Fleshgod Apocalypse, insieme agli italiani Nightland.
Il 16 giugno 2017 è la volta della pubblicazione di “Dance and Laugh Amongst the Rotten”. Come da tradizione gli olandesi sono tornati con un nuovo concept album, questa volta ponendo l’attenzione su storie di esorcismi, stregonerie, possessioni demoniache, sedute spiritiche.
L’ “Opening” ci accoglie con tasti di pianoforte e un’orchestrazione spettrale, che fin da subito avvolge l’ascoltatore catapultandolo in una buia notte impregnata di storie dell’orrore… Lo stridulo rumore di una porta che si apre, un alito gelido sulle spalle ed è il momento di “Charlie” (secondo singolo), brano che tratta un episodio di seduta spiritica tramite una tavoletta Ouija. La classica batteria black, caratterizzata da pedali impercettibili, viene accompagnata in modo equilibrato da un’orchestrazione di violini, in cui la voce narrante di Seregor è alternata in risposta dalla voce dell’anima contattata. A seguire il terzo singolo “Blood Queen”, caratterizzato da riff pesanti e angoscianti, malinconici (che rispecchiano il tema cupo del brano), e “Charles Francis Coghlan” in cui la teatralità e la capacità oratoria di Seregor raggiungono probabilmente l’apice di quest’album. Con note inquietanti si fa spazio l’inno ai morti, “Song for the Dead” (primo singolo): un brano straziante, in cui viene dato spazio totale alla narrazione e all’orchestrazione, caratterizzata da maestosi violini e trombe. Può essere quasi considerata la “ballata” dell’album, sempre però contestualizzando all’ambiente oscuro e tetro che caratterizza questa band.
“In De Naam Van De Duivel”, letteralmente tradotto dall’olandese in “in nome del diavolo”, è un brano che personalmente adoro, in quanto ricorda musicalmente “When Crows Tick On Windows” tratto dall’album “This is No Fairytale”. Lo giudico dunque positivamente, ma riconducendolo a qualcosa di già sentito.
Tasti angoscianti al pianoforte vengono spazzati via da riff lenti e pesanti in “Pitch Black Box”, per poi essere stravolti in “The Possession Process”. Il tema dello spirito “Charlie”, che ha aperto l’album, viene poi ripreso in “Three Times Thunder Strikes” per concluderlo. Ma se prima vi era solo un contatto distaccato con lo spirito, questa volta Seregor ci rivela che si è impossessato di qualcuno – cosa che non sarebbe accaduta se quel qualcuno non avesse prima ascoltato la canzone.
Con questo avvertimento si conclude “Dance and Laugh Amongst the Rotten”, un album che riesce a calare l’ascoltatore all’interno delle varie storie rappresentate dettagliatamente. La capacità poetica, descrittiva e oratoria di Seregor è qualcosa che mi affascina sempre e riesce a non deludermi mai. Consiglio dunque di soffermarsi sempre sui testi dei CARACH ANGREN, in quanto giocano un ruolo tanto indispensabile quanto lo è la componente musicale e orchestrale. Sicuramente un valido successore della precedente prova in studio del trio.