I Callidice nascono nel 2014 a Jyväskylä, località finlandese, cominciando la loro carriera con prima due EP per poi pubblicare l’album del quale tratteremo oggi, “Anthem for Resistance“, uscito tramite Inverse Records, etichetta non indifferente per la scena underground locale.
Il quintetto, negli otto brani messi a disposizione, propone un Melodic Death Metal notevolmente influenzato da altre realtà connazionali, ma capace di non omologarsi ai gruppi presi come punti di riferimento, nello specifico grazie all’aggiunta di tocchi Industrial presenti talvolta.
“More Than a Bond of Blood” inizia con un riffing vario che, unito all’entrata della voce, convince e coinvolge l’ascoltatore presentando ciò che lo aspetta nel prosieguo, sicuramente non puntando sull’innovazione ma mettendo in mostra buone capacità compositive, interessanti da notare per una formazione così giovane.
“Colors of My Life” è contraddistinta dallo spazio lasciato alle melodie: la voce di Jarkko Liimatainen cambia strada dal classico growl, per concentrarsi su un cantato quasi sussurrato, per poi cambiare nuovamente timbro in diverse situazioni. Attira l’attenzione anche lo spazio che si ritagliano le tastiere nel pezzo.
In “Scarred” c’è un piccolo cambiamento, con le suddette influenze Industrial che salgono in cattedra e si fanno vedere nelle parti strumentali e nel cantato del ritornello, che alterna dei cori in pulito al growl onnipresente.
Termina così la prima metà della produzione, che fornisce un’idea chiara di ciò che si ha sottomano: i Callidice non si presentano come la tipica band che segue Omnium Gatherum, Mors Principium Est e simili a tal punto da diventare una loro brutta copia, ma hanno la pecca di essere ancora acerbi, con molte accortezze da tenere in considerazione.
Abbiamo comunque notato come i fattori positivi siano assolutamente presenti in questo album, e questo vale anche per gli ultimi brani, ma essi alla lunga risultano piatti e prevedibili. L’esempio pratico si trova in canzoni come “Brotherhood of Bastards” e “Bones of the Elders“, le quali non convincono come le precedenti, pur seguendo la loro stessa strada.
“Anthem for Resistance” non sarà un debutto rivoluzionario capace di scrivere la storia del genere fin da subito, ma comunque ci troviamo davanti a un album Melodeath scorrevole e piacevole, che fa sperare bene per il futuro del gruppo.
L’abbassamento del livello presente nella seconda metà sancisce l’inesperienza dei Callicide, comunque pronosticabile, ma a fare da contraltare c’è la personalità mostrata dai Nostri, la quale con il passare del tempo potrebbe aiutarli molto.