BEYOND CREATION – Algorythm

by Jacopo Silvestri

Giunti al loro terzo album con questo “Algorythm“, i Beyond Creation sono chiamati a dimostrare il loro talento, replicando gli ottimi risultati dei precedenti lavori.
Provenienti dal Canada, nazione già affermata se si tratta di band dedite al Death Metal più virtuoso e talvolta sperimentale, essendo la madrepatria di Gorguts, Archspire, Cryptopsy e altre realtà interessanti, il quartetto guidato da Simon Girard ha fatto fin da subito buona impressione con “The Aura”, pubblicato nel 2011.
Dopo aver firmato per Season of Mist, i Nostri hanno saputo mantenere un buon livello anche con “Earthborn Evolution”, uscito tre anni dopo, raggiungendo nel mentre un notevole successo a livello internazionale.

Entre Suffrage et Mirage” mette subito in chiaro le cose: la formazione è in uno stato di forma invidiabile, e lo dimostra iniziando le danze con un ottimo pezzo che presenta al suo interno tutti gli elementi caratteristici del loro sound, tra growl violenti e virtuosismi strumentali che si susseguono con una semplicità notevole, e riescono a non risultare un ammasso di tecnica fine a se stesso.
Sono diverse le composizioni che fanno sentire la forte presenza delle influenze Progressive, le quali si possono notare specialmente in “Ethereal Kingdom” .La seguente title-track si candida come uno dei pezzi migliori del lavoro, riuscendo a ricordare i dischi precedenti e mettendo in evidenza l’evoluzione avuta rispetto a essi.
In questo brano è ottima la prova del bassista Hugo Doyon-Karout, in grado di gestire un compito tutt’altro che semplice, essendo il successore di Dominic Lapointe, del quale ha riproposto lo stile compositivo discretamente per tutta la durata del disco, seguendo le sue orme e riuscendo ad aggiungere un tocco personale.

La seconda metà della produzione inizia con l’intermezzo strumentale “À Travers le Temps et l’Oubli“, seguito dalla violenza della breve “In Adversity“. Sorprende in positivo “Binomial Structures“, la quale si presenta come una traccia di sei minuti e mezzo completamente strumentale. Con essa il disco prende una svolta inaspettata che sancisce nuovamente l’avvicinamento del quartetto verso lidi che danno più spazio al virtuosismo rispetto alla potenza.
Questo non deve far pensare all’assenza di sfuriate Death Metal, anzi, esse son presenti in buona quantità in tutto il lavoro, ma vengono messe in secondo piano più frequentemente rispetto ai suoi due predecessori.

I Beyond Creation avevano l’obiettivo di confermarsi tra le realtà migliori della scena odierna, e ci sono riusciti a mani basse con questo “Algorythm”.
Con la sua essenza più vicina al Progressive di quanto ci si potesse aspettare, quella in questione è una produzione tra le migliori di quelle uscite quest’anno; Girard e soci hanno sfruttato le idee a disposizione in maniera ottimale senza strafare, bensì componendo dieci pezzi che a ogni ascolto si fanno sempre più intriganti.

Donation for Author

Buy author a coffee

You may also like

Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizza il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che ha fornito loro o che hanno raccolto dal suo utilizzo dei loro servizi Accetta Continua a Leggere