La scena Black Metal finlandese sin dagli albori si è sempre dimostrata fedele ai dettami del nero verbo, mantenendo uno spirito sincero e genuino che poggia saldamente le proprie basi su un black metal primordiale e blasfemo poco incline al cambiamento ed alle mode.
La capacità di plasmare la nera fiamma senza snaturarne la sua profonda essenza è stata la formula vincente che ha portato al successo numerosi gruppi finlandesi.
I Behexen sono tra questi, alfieri e maestri indiscussi del black metal oltranzista e tradizionalista, attivi dal 1994 con altro nome, e poi dal 1996 con l’attuale e profondi rinnovatori della scena grazie al capolavoro del 2000 Rituale Satanum, fulmine a ciel sereno che ridefinì i canoni del genere rinnovando una scena all’epoca stagnante e priva di punti di riferimento.
The Poisonous Path è il quinto capitolo per il gruppo guidato dal cantante Hoath Torog, summa di un percorso lungo venti anni attraverso il quale il gruppo ha saputo arricchire il proprio suond di nuovi elementi atmosferici che rendono ancor più mefitic0 e mistico il black metal ferale e violento proposto.
I Behexen infatti riescono a plasmare il proprio black metal, nero come la pece e gelido come gli inverni della loro terra, senza snaturarne l’essenza intima e passionale creando un disco che sarebbe potuto uscire nei primi anni novanta ma che risulta attuale ed al passo coi tempi.
Questo spirito è mantenuto anche nella scelta della produzione, moderna ma mai distaccata, in cui la tradizione viene attualizzata attraverso suoni opprimenti e mantenendo un’ottima pulizia sonora permettendoci di gustare i pregevoli intrecci chitarristici di Shatraug e Wraath.
Le tematiche affrontate da Torog nei suoi testi sono ovviamente legate al satanismo, analizzato in maniera seria, e supportate da una prova vocale potente e precisa nella quale il cantato ruvido ed evocativo riporta alla memoria il migliore Attila Csihar.
L’elemento centrale del satanismo viene richiamato dal gruppo anche nelle grafiche della copertina, in cui un’oscuro sacerdote che si erge all’interno di una grotta ci scruta anticipandoci l’avvento di un’ imminente apocalisse.
La musica proposta è una litania oscura atta ad evocare lucifero, in cui giri di chitarre violenti e primordiali si fondono con arpeggi e melodie ricreando atmosfere oscure e ferali che raggiungono l’apice nei rallentamenti evocativi e ritualistici.
Si alternano quindi brani brutali e primordiali come la title track o Gallows Of Inversion, mid tempo spaccaossa che puzzano di zolfo come A Sword Of Promethean Fire, brani melodici e diretti come Chalice Of The Abyssal Water, brani evocativi come la sinuosa e mefitica Rakkaudesta Saatanaan, cantata in madrelingua , e la parte finale della violenta The Wand Of Shadows.
I Behexen riescono dunque a mantenere alta la tensione lungo tutto il disco, costruendo brani di altissima qualità, senza mai essere pesanti nonostante la violenza e la velocità media dei brani.
The Poisonous Path ci restituisce un gruppo in ottima forma, che si erige ancora una volta ad alfiere del nero verbo dimostrando come sia ancora possibile creare un capolavoro senza distaccarsi dalla tradizione.
Sicuramente già ad ora uno degli apici delle uscite in ambito black metal del 2016.