I Bayside nascono nel 2000 a New York. Il primo EP del gruppo, intitolato “Long Stories Short” esce nel 2001. Nel 2004 fanno uscire il primo album “Sirens and Condolences”, pubblicato dalla Victory Records. L’anno dopo, in seguito al cambio di bassista e batterista, il gruppo pubblica il suo secondo album “Bayside”. Dopo la morte del batterista avvenuta nel 2006, l’anno successivo pubblicano il terzo album intitolato “The Walking Wounded” e subito dopo il quarto “Shudder” nel 2008. Nel 2011 è uscito il quinto album della band “Killing Time”(dal 2008 al 2011 ho incominciato a interessarmi a loro con interesse). Nel 2013 la band ha firmato con la Hopeless Records e nel 2014 pubblicano il sesto album “Cult”. Infine, quest’estate rilasciano “Vacancy”, il loro settimo album di cui vi parlerò.
Come dicevo qualche riga fa, li conoscevo ma non li calcolavo molto: tra “Shudder” e “Killing Time”, però, è scattata la scintilla che dura tutt’ora.
Di loro apprezzo davvero molto le melodie profonde e quasi mai banali, accompagnati dalla voce davvero caratteristica del cantante Anthony Raneri, il tutto accompagnato dagli assoli del buon chitarrista solista Jack O’Shea.
Questo “Vacancy”, purtroppo, ha sonorità più vicine a un album a cui non sono legato moltissimo: si tratta di “Walking Wounded”, abbastanza dark e poco dinamico per i miei gusti. Oltretutto, in quest’album Raneri ha voluto inserire influenze del suo progetto solista e, come si è visto con altri artisti, mescolare le due cose ha portato spesso a risultati poco incoraggianti (ad esempio, Tom Delonge con gli AVA e i Blink). Questo per fortuna non è l’esempio peggiore, anche perché le loro sonorità e caratteristiche abituali sono presenti.
I testi di questo Vacancy son un po’ cupi e raccontano la tristezza del cantante che sta affrontando l’ennesimo divorzio. Le più belle canzoni dell’album, nonostante i testi che esprimono emozioni tristi, son Two Letters, Enemy Lines, Rumspringa (Return To Heartbreak Road), The Ghost e soprattutto il singolo Pretty Vacant.
Credo che quest’ultimo lavoro sia stato influenzato dalle vicende personali del cantante, quindi
spero vivamente che ritorni il sereno e la speranza nella sua vita, per poter riascoltare album più dinamici e positivi come un tempo.