Gli Awake The Secrets sono una band friulana nata tra Cividale del Friuli e Udine nel 2014, per poi farsi le ossa in vari live in giro per la regione. Le sonorità sono tipicamente death metal e hardcore, con ritmiche altalenanti tra il furioso e il lento e pesante, specialmente durante i breakdown tipici del djent; le parti melodiche sono poco presenti ma visto il genere si possono definire abbondanti. L’EP è strutturato in nove pezzi di una durata compresa tra i 2 e i 5 minuti trascurando gli intro, arrivando a una durata di 27:57 minuti.
Tra le canzoni rilevanti:
- Payback: secondo pezzo. Usando Don’t be Afraid to Fail come intro si arriva a 3 minuti abbondanti di canzone, o meglio di sprangate. Tra la voce tonante e cavernosa, la batteria e le chitarre che alternano pestato veloce a pestato lento e il basso che affonda la canzone si deduce immediatamente il genere core. E che il cantante ha dei polmoni impressionanti.
- De Brevitate Vitae: sesta canzone dell’EP. Inizio dannato ma lento, riff notevole tra le chitarre rapidissime e la doppia voce in growl con la seconda in scream. I breakdown che fanno muovere la testa anche senza volere, la potenza dei suoni, l’alternanza di parti lenti e veloci, e anche ritmiche differenti lo rendono uno dei migliori pezzi dell’EP. 5 minuti semplicemente da incorniciare.
- Through My Veins: ottavo pezzo. Tra questa e Thanatosis è stata una scelta dura, non perché siano simili come sonorità, ma perché sono allo stesso livello. Tra il riff pestato e l’intermezzo brutale si può apprezzare un ritornello melodico e in parte epico, atipico per il deathcore. Il carillon all’inizio purtroppo è un poco troppo basso, ma dà comunque quel qualcosa in più.
In poche parole è un EP composto da brutalità e cattive intenzioni, ma le parti melodiche sono troppe per poter dire che domina l’ignoranza: perlomeno danno un’interpretazione personale di un genere impegnativo come il deathcore. Se non disdegnate i suoni pesanti e veloci, e non vi schifa la voce di Edward Zompicchiatti scambiandola per quella di un cinghiale, è l’EP giusto. Naturalmente con il volume al massimo.