“Moonglow” è il titolo del nuovo album degli Avantasia, side-project del leader degli Edguy Tobias Sammet, anche se ormai si potrebbe dire che siano proprio gli Edguy il side-project. La Metal Opera, infatti, è giunta ormai all’ottavo disco che arriva a tre anni di distanza dall’ottimo “Ghostlights”. “Moonglow” è un disco meno immediato del predecessore, basta dare un occhio alla durata media dei pezzi, per questo motivo sono richiesti più ascolti per entrare nel mondo fiabesco proposto da Sammet.
Come da tradizione, anche questo nuovo album vede la comparsa di una serie di special guest che si alternano al microfono con il buon Tobi. Il disco vede la partecipazione dei soliti Kiske e Lande e il ritorno di Eric Martin, Ronnie Atkins, Geoff Tate e Bob Catley. Vi sono anche volti nuovi come Mille Petrozza, Hansi Kürsch e Candice Night. Passando al lato prettamente musicale, il disco si apre con “Ghost in the Moon“, pezzo elaborato che supera i nove minuti e che vede Sammet accompagnato da un coro. Il risultato è una canzone che mescola sapientemente symphonic e heavy metal e che si dimostra una degna opener. A seguire troviamo “Book of Shallows“, un brano che esemplifica la genialità di Tobi Sammet. Il pezzo in questione si muove infatti con incredibile naturalezza da un genere all’altro per adattarsi ai vari vocalist: ecco quindi che abbiamo un power pacchiano che si fonde con un hard rock spinto, per poi incupirsi totalmente per adattarsi alle tonalità di Petrozza. Tutto questo in cinque minuti spaccati.
Non mancano i pezzi più catchy in questo “Moonglow”, esempi perfetti sono la titletrack o la lenta “Invincible“. Parlare di tutti i singoli brani senza risultare prolissi è difficile, ma è doveroso menzionare l’evocativa “The Raven Child“, che vede il biondo genietto di Fulda accompagnato da niente meno che Kürsch. La canzone è la più lunga dell’album e ricorda in più punti “The Scarecrow”, soprattutto se si guarda l’epicità e il modo in cui i due brani si evolvono. C’è spazio anche per una cover nel finale, ovvero la celeberrima “Maniac” (dall’altrettanto celebre “Flashdance”) che forse sarebbe stata più interessante come bonus track, ma poco importa.
“Moonglow” è un disco praticamente inattaccabile che ci consegna gli Avantasia in uno stato di grazia e con tante nuove storie da raccontare. Ancora una volta Sammet si dimostra un signor musicista capace di fondere con estrema naturalezza più generi e voci fino a farle risultare totalmente organiche e funzionali per l’economia dell’album. Si passa infatti dall’heavy metal al pop, passando per il symphonic e il power più pacchiano e classico. Da segnalare anche la presenza di cori e di tastiere dal sapore retro che danno ancora più profondità ai pezzi. “Moonglow” è l’inizio di un nuovo viaggio nella mente dell’artista tedesco che sicuramente non deluderà i fan della band e ne farà acquistare di nuovi alla Metal Opera.