Quando si parla di prodotti di un certo livello, non si può certo non parlare o escludere Auðn. L’atmosfera regna sovrana già dai primi minuti dell’album in cui veniamo totalmente avvolti da una chitarra acustica solenne, piena di tutte le paure e desolazioni al mondo esistenti. L’immagine impressa nella mia mente è stata quella di percorrere una strada totalmente deserta, immersa nel pieno di una cornice naturale che niente ha da invidiare ad ambientazioni alla Tolkien, sino a trovarsi davanti ad una porta in cui una volta entrati, si viene completamente risucchiati dal mondo a sé stante, lasciando la tristezza della chitarra acustica che ci pervadeva al di fuori di tutto. Un approccio ben determinato e suggestivo sull’ascoltatore, lasciando sicuramente un marchio impresso sulla pelle, ovvero il freddo glaciale e l’aggressività da brivido scaturita dai Nostri, che ci catapultano in un regno di malinconia, desolazione, esplorazione dell’ignoto e di lande oscure, feroci e allo stesso tempo completamente piene di stile. Differentemente da tantissime band che tendono ad intendere l’atmospheric black metal come uno stile in cui la voce deve forse risultare superflua, molto effettuata, in secondo piano e quasi incomprensibile, i Nostri Auðn creano delle trame in cui tutto ha un senso, un colore, una calibratura, una magia che risulta completamente comprensibile all’orecchio anche dei più scettici. Qui si parla di un prodotto chiaro ragazzi, in cui la musica fa la sua parte e la voce contribuisce a dare maggior colore, determinazione nel completare l’opera (a mio avviso eccelsa). Inoltrandomi definitivamente nell’album, vengo colpito da un pensiero inaspettato: “Riuscirei ad ascoltare cotanta magia in sede live, vivendo le stesse sensazioni che sto vivendo ascoltando adesso questo album?”. La risposta è “non saprei”, perchè purtroppo non ho avuto l’opportunità di ascoltarli ancora on stage e sicuramente so che sarei rapito dall’attività live della band, dedicandomi a ciò che i miei occhi vedrebbero e quindi tralasciando alcuni colori o visioni regalatemi adesso. Ecco cosa sono gli Auðn, un film a colori in HD, o decidi di esserci dentro e vedi tutto, o resti fuori in bianco e nero. Soffermarmi e dare un feedback o scrivere un pensiero su tutte le tracce dell’album mi sembra un’idea del tutto non azzeccata, perché ogni brano scorre che è una meraviglia e rende il tutto più completo e diverso fra se. Ciò che posso sicuramente affermare è che alcune delle mie tracce preferite sono “Einn um alla tíð”, “Næðir umdi”, “Birtan hugann brennir” , “Ljostyra” e “Vökudraumsins fangi” per non parlare di “A Himin stara”, dall’approccio completamente più black, che per certi versi riesce a contraddistinguersi dalle altre per il suono più duro, diretto, senza fronzoli e riconducibile alla opening track dell’album. Bello bello bello, chitarre fuse in un connubio voce/melodia davvero notevole che mi hanno davvero trasportato altrove. Sapete ciò che penso di questo album? che a parte la soddisfazione di ascoltare della grande musica mi sono reso conto che è il primo album atmospheric black a non avermi stancato. Sicuramente è al 100% un disco come il genere vuole, infatti risulta si malinconico, pieno di tristezza, desolazione e melodie/chitarre strappa lacrime, ma non si appiattisce mai per il voler essere sempre pressante, opprimente (come spesso accade con questo stile), anzi, ha sempre da raccontare qualcosa di nuovo, di magico, di inaspettato e fortunatamente la differenza tra le tracce si sente, si vive, ci se ne appassiona e si ama. Un disco bello che non dimenticherò e che porterò sicuramente spesso con me, così da usarlo come soundtrack in svariati momenti. Unisciti ad Auðn mentre attraversi le linee confuse tra la realtà e gli scenari soprannaturali e ultraterreni della loro nativa Islanda.
Matteo Ferro
Classe 1980 e da quel momento.. parola d'ordine PURE F****NG DEATH & BLACK! Aperto a tutto.. purchè sia bastardo e potente! In Metalpit da Agosto 2017
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