L’Europa del nord è sempre stata associata a una delle scene musicali con più potenziale: succede spesso, infatti, di assistere al progressivo successo di realtà provenienti dalla penisola scandinava, piuttosto che da Russia o Inghilterra. Ma in quanti hanno mai considerato effettivamente l’Islanda?
La terra dei ghiacci ha già qualche nome noto al pubblico internazionale, come Skálmöld o Sólstafir, ma spesso si sottovaluta il valore del movimento underground dell’isola, che vede come unico problema la bassa popolazione (poco più di 300mila abitanti, meno di città italiane come Firenze o Bologna), il quale si aggira puntando più sulla qualità che sulla quantità.
Quest’oggi parliamo di una delle band più talentuose nata proprio da questa “famiglia”, tali Auðn, i quali dopo aver pubblicato l’omonimo debutto sono riusciti a farsi notare dai radar di Season of Mist, etichetta che li ha messi sotto contratto nel mese di ottobre 2016 e con la quale hanno rilasciato “Farvegir fyrndar“.
La proposta musicale si concentra su un black metal con notevoli parti più atmosferiche che trova la sua peculiarità nella capacità dei Nostri di differenziarsi da quanto si è già sentito, andando a cercare sonorità nuove che li rappresentino.
“Veröld hulin” si apre con una breve parte in pulito, liberandosi poi in un pezzo capace di evidenziare l’originalità del gruppo dal punto di vista delle parti strumentali, dove sia la parte ritmica che quella solista fanno una discreta figura. Quando poi, a circà metà canzone, si presenta Hjalti Sveinsson con il suo scream glaciale, il livello dell’elaborato sale fin da subito, per mantenere un andamento costante brano dopo brano.
La lunga “Haldreipi hugans” inizia come il brano precedente, con un intro in pulito, per poi evolversi e mostrare le molte capacità compositive del quintetto, che non fa della giovanè età (e quindi dei possibili problemi di inesperienza) un problema.
Altro highlight del lavoro è “Í hálmstráið held“, posta in chiusura, con riff di chitarra molto oscuri che vanno a chiudere in bellezza un ottimo disco.
L’unica critica che si può fare agli islandesi è come certi brani risultino essere strutturati pressoché allo stesso modo, ma in risposta a ciò arriva la varietà del contenuto, capace di far passare inosservato il problema precedente.
“Farvegir fyrndar” è un disco che ha tutte le carte in regola per dare agli Auðn la possibilità di riscuotere il successo che meritano, proponendosi come una delle sorprese di questo anno ormai agli sgoccioli ed evidenziando come Season of Mist riesca spesso a trovare realtà meritevoli da dove meno ce lo si possa aspettare.