Gli Annisokay, band post-hardcore di Halle (Germania), tornano sulle scene con Devil May Care, un disco da 10 canzoni per un totale di 41 minuti di breakdown, alternanza tra scream, growl e voci pulite, chitarre con accordature ribassate e capelli piastrati. Già, perché dopo tre canzoni già si capisce qual è il tono dell’album e sembra molto simile (se non uguale) a quello di tante altre band del genere. Purtroppo si fa fatica a trovare un pezzo che spicchi sugli altri: forse il quinto, Blind Lane, che ha un carattere più da ballad. Per il resto, gli altri si assomigliano tutti per struttura ed elementi compositivi, come la presenza di sintetizzatori che danno man forte al lavoro prettamente ritmico dei chitarristi (cosa che spicca sugli ultimi due pezzi, Gold e The Last Planet). Una nota di merito va alla produzione che, pur essendo moderna nei suoni e nel mixaggio complessivo, non risulta troppo compressa e i suoni non sembrano “finti” come purtroppo si sente in tanti altri dischi anche di generi diversi dall’hardcore o metalcore in generale.
Questi ragazzi senza dubbio sanno fare il loro lavoro, ma dovrebbero trovare un loro carattere che li faccia distinguere e spiccare all’interno della scena.