“Queen Of Time” è il tredicesimo studio album per i finlandesi Amorphis e difficilmente deluderà le aspettative dei numerosi fan per i suoi richiami al passato di “Elegy” con strizzatine d’occhio a “Tales from the Thousand Lakes”, riuscendo comunque a portare un lavoro assolutamente fresco ed ispirato.
Ad aprire le danze del disco è anche la prescelta come primo singolo, “The Bee“, che ben rappresenta ciò che ci apprestiamo ad ascoltare, ovvero 57 minuti e dieci brani a cavallo tra il progressive, il folk, a tratti orientaleggiante, e qualche piccolo accenno di death metal a condire il tutto in una miscela assolutamente esplosiva.
Le melodie presentate sono sicuramente semplici, ma non risultano mai banali, anche se non mancano riff assassini come in “Grain of Sand” od orchestrazioni al limite del symphonic metal come nella closer “Pyres on the Coast“.
Tra i brani che spiccano di più nell’album possiamo inserire sicuramente “Daughter of Hate” che, se da una parte risulta avere un’armonia piuttosto semplice, qusta viene enormemente arricchita dalla voce di Tomi Joutsen il quale, più che negli altri brani, dimostra la sua sicurezza nel passare tra linee vocali clean, scream e growl, a cui si aggiungono il sassofono di Jørgen Munkeby (Shining), un coro da orchestra nonché la voce del poeta Pekka Kainulainen.
Altrettanto riuscito è il duetto tra Joutsen ed Anneke Van Giersbergen (VUUR, ex The Gathering) in “Among Stars“, tra i brani più melodici presenti nell’intero disco, nel quale i due cantanti risultano in gran spolvero, riuscendo con le loro variazioni di tono a colpire direttamente il cervello dell’ascoltatore.
Il bagaglio dell’esperienza di quasi trent’anni di carriera alle spalle si sente per tutto “Queen of Time” ed il sestetto non si lascia scappare errori di sorta, anche se va detto che il ritorno al basso dopo ben diciassette anni di Olli-Pekka Laine tende a passare un po’ in secondo piano in quanto vive più al servizio degli altri strumenti che a ritagliarsi un proprio spazio nel sound del gruppo finlandese.
Il lavoro in studio, gestito nuovamente da Jens Bogren ai Fascination Street Studios di Örebro, si dimostra di qualità, riuscendo a riunire omogeneamente tante fonti differenti e dando, quando serve, quel tocco in più, come ad esempio l’effetto di voce metallica in “Wrong Direction“, creando un suono al contempo duro e melodioso.
Il messaggio che gli Amorphis vogliono farci passare con “Queen Of Time” risulta dunque chiaro: “il nostro passato è ciò che siamo e su di esso vogliamo costruire il nostro presente ed il nostro futuro come musicisti, con tutta la nostra passione ed esperienza maturata“.