Nati dalla collaborazioni tra membri di band quali Noctem, Aethyr e Pestkraft, gli Agathos debuttano con “Nihil Est“, EP formato da cinque tracce che va a presentare la formazione spagnola.
Ciò che abbiamo sottomano è un Black Metal che non si concentra soltanto sulla classica aggressività, presente in diverse quantità in ogni sfumatura del genere, ma prende in considerazione anche elementi più atmosferici e cupi in determinate situazioni, scandite bene all’interno della produzione, che si fanno notare fin dall’intro in acustico di “Void“.
L’appena citata traccia d’apertura segna l’inizio di un viaggio misterioso che durerà per tutti i 27 minuti dell’ascolto, il quale, pur essendo relativamente breve, si contraddistingue per la sua intensità.
I riff si susseguono tra di loro, e che venga utilizzato il tremolo picking, che siano arpeggi o che contengano ritmiche più orecchiabili, hanno sempre una cosa in comune: il loro valore, che porta man mano al risultato finale, imponente e tetro.
Le seguenti “Nihil” e “Pale” continuano a sovrastare con la loro violenza, la prima in modo più completo, la seconda concentrandosi in passaggi che si susseguono più velocemente tra di loro, rimanendo comunque di buon livello.
Sono diversi i frangenti nei quali la cattiveria passa per un attimo in secondo piano, lasciando spazio a delle pause più misteriose, in grado di valorizzare ancor di più il complesso.
“Revelations” si presenta come l’apice del lavoro: brano dai tempi più lenti, ma senza una nota fuori posto o un passaggio che non si faccia apprezzare, sottolineando così le capacità compositive del quartetto, aiutate senza dubbio dalle varie esperienze dei membri con altri gruppi.
In chiusura, troviamo “Thanatos“, che riesce a unire tutte le caratteristiche dei pezzi precedenti per dare al disco un degno epilogo, concludendo questo lavoro molto curioso e intrigante.
“Nihil Est” è un ottimo debutto, che mostra tutto il potenziale degli Agathos, i quali con il loro Black Metal affine a Mgła e simili non propongono nulla di rivoluzionario per il genere, ma riescono a mostrare la loro identità senza servirsi di troppe influenze esterne.
Meglio non farsi illudere, tuttavia, da una semplice uscita come questa: per quanto la qualità dell’EP sia buona, la strada da fare per la band spagnola è ancora molta, e ora ai Nostri non resta che dimostrare la loro bravura, migliorando sempre di più, consapevoli del fatto che le basi per farsi apprezzare dai propri ascoltatori sono presenti.