Associare Black Metal e Danimarca significa prendere in considerazione le sfumature più oscure, misteriose e malinconiche del genere, andando a formare quell’intreccio di emozioni chiamato Depressive Black Metal, sottogenere che ha visto provenire realtà molto interessanti dal suddetto Stato. Tra gli esponenti di maggior successo della scena musicale della penisola nord-europea ci sono i MAKE A CHANGE… KILL YOURSELF, gruppo che già dal nome fa capire come i loro lavori non puntino a trasmettere gioia e benessere, bensì il contrario, come si potrebbe dire di NORTT, progetto interessante e occulto, notevole per la sua capacità di catturare nelle proprie composizioni e trasmettendo sentimenti di angoscia molto profondi. A seguire la strada delle due suddette realtà ci pensa AFSKY, one-man band capitanata da Ole Pedersen Luk, già chitarrista nei SOLBRUD, che ha recentemente rilasciato il suo debutto, “Sorg“. L’album è composto da sette tracce che si avvicinano a una durata totale di cinquanta minuti, e si propone come un ascolto molto profondo, ben curato nella sua cattiveria e aggressività.
Lunghi accordi in pulito ci presentano la produzione, per poi evolversi in “Jeg bærer deres lig“, pezzo che mostra le doti compositive dell’artista, che fanno ben sperare, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che, nel genere in questione, si sfocia facilmente nella monotonia e nella prevedibilità. Per evitare questo problema, il musicista ha usato tutte le capacità e l’esperienza a sua disposizione, promuovendo composizioni mai eccessivamente simili tra di loro che evitano di risultare scontate e di annoiare col tempo. “Vættekongen” esprime una cattiveria molto forte e intensa, con la sua rapidità e schiettezza, facendo notare un po’ di similarità con le linee guida del genere, ma non deludendo su ciò che si è appena detto riguardo l’inventiva del mastermind. C’è anche il tempo per un intermezzo in acustico, intitolato “Glemsomhedens Elv“, che cattura per la sua melodia, prima dell’ultima aggressione, “Oh måneløse nat“. Questo pezzo è caratterizzato dalla malinconia e dall’enigma che l’avvolgono, evidenziati ulteriormente nel finale, dove sale in cattedra una leggera voce femminile che ci accompagna verso la chiusura.
Il giudizio su questo “Sorg” è certamente positivo: si nota l’attenzione prestata nella sua scrittura, capace di mantenere il disco su un buon livello per tutta la sua durata ed evitando di farlo sfociare nella noia, creando così un risultato finale che si può ritenere soddisfacente, soprattutto per il fatto che si tratta di un debutto. AFSKY si è saputo presentare come un progetto interessante con tutte le carte in regola per dire la sua nel panorama Black Metal attuale.