La carriera degli Aborted si è sempre contraddistinta per il connubio tra costanza e qualità, fattore non da tutti che ha permesso al quintetto belga di collocarsi tra i migliori esponenti della scena Death Metal europea.
Dopo aver debuttato nel 1999 con il buon “The Purity of Perversion”, la formazione capitanata dal cantante Sven de Caluwé ha seguito un percorso evolutivo chiaro e deciso, partendo da una proposta con molto potenziale ma ancora insicura sotto certi aspetti per arrivare a un sound ricco di personalità e ormai inconfondibile.
“TerrorVision” è il decimo capitolo della loro carriera e ha l’arduo compito di confermare una volta per tutte le capacità a disposizione, con il suddetto frontman che per l’occasione ha collaborato con una line-up tra le migliori mai avute al suo fianco.
“Lasciate Ogne Speranza“, questo il titolo dell’introduzione al disco, composta da semplici note di pianoforte, lente e agghiaccianti, che creano subito un’atmosfera intensa e tetra.
Il titolo non può che rimandare alla Divina Commedia, a quel “lasciate ogne speranza, voi ch’entrate” che presenta l’Inferno a Dante; e come lui di lì a pochi passi, vedendo questa scritta sulla porta infernale, sarà circondato da anime dannate, l’ascoltatore in pochi secondi verrà travolto dall’ira della title-track del lavoro in questione.
L’ascolto continua “Farewell to the Flesh“, pezzo che incuriosisce per le sue influenze Death/Grind capaci di rimandare ai primi anni del gruppo, che si faranno sentire in diversi frangenti. I Nostri sono in forma smagliante, così come le loro capacità compositive, che hanno sfruttato il passare del tempo per rafforzarsi sempre di più, e non per niente in questa circostanza l’ottima varietà è notabile.
Si passa da “Vespertine Decay“, che nei suoi sei minuti non cala di livello per nemmeno un secondo, a “A Whore d’Oeuvre Macabre“, brano più breve e diretto del lavoro, che in generale è una vera e propria manata in faccia, rapida e precisa: nessun passo falso e un buon livello in tutte le undici canzoni presenti.
Infine, “The Final Absolution“, si propone come un ottimo epilogo, e riassume al suo interno tutto ciò che l’ha preceduto.
Raggiungendo le vette più alte della carriera per i belgi, insieme ad album quali “Global Flatline” e “Goremageddon: The Saw and the Carnage Done”, “TerrorVision” è un’ottima unione tra il loro sound più recente e quello delle loro prime fatiche.
Gli Aborted hanno rilasciato uno dei dischi più interessanti di questo 2018, riuscendo così a dimostrare che nonostante siano passati ben ventitré anni dalla loro fondazione, abbiano ancora molto da dire.