Il viaggio del supergruppo australiano-statunitense continua e non finisce qui!
Dopo il loro ultimo “Burn It Down” pubblicato nel 2018 sono tornati con un disco esplosivo, profondo, ma soprattutto con un personaggio ben noto nella storia del rock.
Stiamo parlando di Glenn Hughes (ex Deep Purple) che in questa band ha preso il posto di John Corabi e Marco Mendoza, ma non solo, anche Deen sarà sostituito da Tommy Clufetos, per problemi di salute.
Quindi ad oggi abbiamo una band quasi del tutto nuova, con elementi storici della musica mondiale ed altri che di sicuro non passano inosservati.
I Dead Daisies hanno scritto un nuovo capitolo accogliendo un nuovo membro nella band, conosciuto anche come “The Voice Of Rock”, Glenn ha preso posto oltre che alla voce solista anche al basso, unendosi ai chitarristi Doug Aldrich, David Lowy e il batterista Deen Castronovo.
Dal momento in cui ho premuto il tasto “play” ed è partita “Holy Ground (Shake The Memory)”, è stato subito amore, una dinamite è esplosa nelle mie orecchie. E’ chiaro sin da subito che questo è un supergruppo carico, pronto a far sentire a tutti di che pasta sono fatti, facendo sapere al mondo intero che il rock è ancora vivo.
I Daisies partono alla grande subito con altre due bombe sparate a raffica, dal titolo “Like No Other (Bassline)” e “Come Alive” dove Aldrich aumenta l’intensità delle note con vari assoli di chitarra imponenti e audaci; mentre Hughes utilizza un tono di basso distorto per aggiungere ancora più sporco al processo.
Questo è il rock diretto al suo meglio ed è una garanzia per iniziare la giornata col piede giusto!
La batteria di Deen è qualcosa di epico, un suono penetrante, dritto nel cuore. Qui e per tutto il disco mantiene una vena hard rock su cui il resto del gruppo si basa; abbiamo una melodia che fa battere il piede sin da subito, piena di riff pesanti e assoli caldi che non deludono le aspettative.
Da sottolineare la cover del classico brano tratto dal 1972 di Humble Pie “30 Days In The Hole”, che fu coverizzata anche dai Mr. Big e che rende il tutto più divertente.
Con l’aggiunta di Glenn Hughes, i Dead Daisies potenziano la loro linea di fronte attraverso le sue potenti note di basso e un’intensità vocale senza pari.
“Holy Ground” ad oggi è sicuramente il disco dei Dead Daisies che mi è piaciuto di più e che ho ascoltato più volte, lo comprerò di sicuro e lo consumerò, ascoltandolo ogni volta come se fosse la prima!
Quando i concerti dal vivo ricominceranno, questo sarà un tour assolutamente da non perdere.
Fino ad allora, ascoltatevi l’album ad alto volume ogni santo giorno, godetevi quella che sarà sicuramente una delle migliori uscite di questo enigmatico 2021.
Come ci insegnano le vecchie rockstar “il rock n’ roll è un viaggio, non una destinazione”… siete pronti a questo nuovo viaggio?