Il 2019 ha visto nascere la quarta creazione dei Rustless intitolata “Awakening”, il loro “risveglio” dopo l’ultima produzione “Guardian Angel” del 2014. La band Milanese dove militano gli ex Vanadium Stefano Tessarin (chitarra), Lio Mascheroni (batteria) e Ruggero Zanolini (tastiere), pilastri dell’hard rock tricolore tornati alla carica per la gioia dei fan veterani, amanti delle sonorità ’70-’80 che sarebbe fantastico se potessero far ri-appassionare all’ascolto anche le nuove generazioni. Inoltre non dimentichiamo che la famiglia Rustless è completata da Andrea Puttero al basso e il cantante Roberto Zari.
Ma tornando ad “Awakening”, il disco si apre con la title-track, di stampo “deep purpliano” sin dalle note introduttive di tastiera alle parti di chitarra, dai colpi di batteria alle linee di basso, il tutto perfettamente amalgamato. Altro pezzo degno di nota è “Heart’s On Fire”, dal ritmo coinvolgente e dove nel ritornello spicca la potente vocalità di Roberto, mentre con “I Wanna Rock You” spingono sull’acceleratore creando un pezzo davvero dirompente. Anche su “Tell Me” la musica aumenta di velocità musicalmente, mentre Davide in alcune parti mantiene tonalità più basse ma sempre scorrevoli. Si continua la semi-ballad “What Kind Of Love”, nella prima metà dando spazio a suoni dolci e ritmi leggeri, ma senza far mancare l’intensità soprattutto negli assoli e nel cantato, mentre nella seconda metà il sound si fa più mordente e compaiono le parti corali. L’hard rock prende una piega psichedelica con “Ride With The Wind”, pezzo articolato con vari incastri tra suoni e tempi ben costruiti. Il disco si conclude con “Take The Sun”, che si può definire un trittico dove la prima parte è un lento e armonico strumentale, nella seconda il sound si rafforza ed entra in gioco Roberto, infine nella terza dominano ancora gli strumenti dalle sonorità placide, terminando in dissolvenza con il soffiare del vento e il cinguettio degli uccelli primaverili.
Posso confermare che l’ex trio Vanadium ha partorito un buon prodotto di hard rock genuino come solo la vecchia scuola è in grado di fare. In tutti le canzoni la componente musicale è ben studiata senza lasciare niente al caso. Stefano ha tessuto delle trame di riff dai più granitici ai più tenui, che vanno a intrecciarsi con le melodie scaturite dalle sapienti mani di Ruggero alla tastiera, entrambi a seconda dei pezzi si ritagliano il loro spazio di virtuosismo, le corde di Stefano durante gli assoli possono prendere fuoco o scivolare come una dolce brezza, mentre il tocco di Ruggero crea atmosfere dai suoni sia classici che psichedelici. Lio alla batteria è un motore perfettamente calibrato, la sua versatile potenza varia a seconda dell’andamento dei pezzi, fornendo una solida base o il giusto accompagnamento. Sicuramente in mezzo a questi mostri sacri, il giovane Andrea si è dimostrato un ottimo acquisto, le sue prominenti linee di basso rendono il sound corposo e amalgamato. Infine la ben forgiata ugola di Roberto espande la sua vocalità potente ed estesa che funge da collante sia nelle parti più dure sia in quelle più miti, coadiuvato in alcuni pezzi dalle backing vocals di Alessia Ficarra, Jacopo Brusca e Martina Palmeri.
Questi sono i Rustless nella loro forma pulita, sincera e appassionata, in grado di darci ancora oggi molte soddisfazioni, e continueranno in futuro, non a caso “rustless” significa inossidabile!