Il 2020 vede il ritorno dei Suicide Silence a tre anni dal controverso omonimo album che ha rischiato di mettere al tappeto la band californiana a causa del repentino (e a detta di chi scrive genuino) cambio di sonorità rispetto ai precedenti lavori in studio. La curiosità attorno a questo nuovo “Become The Hunter” è quindi molto alta, soprattutto dopo i primi singoli che sembrano testimoniare un ritorno alle sonorità rabbiose che hanno sempre contraddistinto la band.
Una cosa che si può notare fin da subito e che si poteva intuire anche dopo i video dei primi estratti sono i sentimenti cupi che caratterizzano il disco; sembra quasi che l’album funga da valvola di sfogo per tutto ciò che è andato storto negli ultimi anni per il gruppo americano.
“Become The Hunter” vuole essere un compromesso tra i Suicide Silence del defunto Mitch Lucker e le derive nu metal/alternative presenti nell’omonimo album, solo che in questo caso sono diluite saggiamente nel deathcore spezza ossa dei Nostri. Gli esempi di questo binomio li abbiamo nella seconda parte del disco con la sinistra “Skin Tight” che con il suo arpeggio cupo e lo scream disperato di Hermida si dimostra uno dei pezzi più sentiti e malati dell’intero lotto. Altro pezzo sulla scia di inizio 2000 potrebbe essere “Serene Obscene” anche se non resta impresso nella memoria.
Una delle cose più interessanti di questo “Become The Hunter” è il timbro di Eddie Hermida che suona potente e che si avvicina molto a quello di Lucker. Pezzi diretti come la brutale “Two Steps“, la monolitica “Feel Alive” e la conclusiva title-track mettono in risalto proprio il lavoro del vocalist americano. Certo, non è tutto oro quello che luccica, i pregi di questo disco come il timbro di Hermida e il netto ritorno al passato funzionano, ma c’è da chiedersi quanta sincerità ci sia in queste sonorità e se la band viva sotto l’ombra del defunto Mitch Lucker.
Lasciando perdere le teorie complottistiche appena accennate comunque è innegabile che “Become The Hunter” sia un disco solido e ben suonato, che metterà d’accordo i fan sul ritorno dei Suicide Silence. La band con questo disco ha deciso di abbandonare (per ora) il cambio di sound che qui viene saggiamente diluito nei brani e sembra quasi voler dimostrare ai fan (e a se stessa) che il precedente album è stato solamente un brutto sogno, ma solo il tempo dirà se lo è stato o meno.