Arrivano al loro debutto i Disowning, band con la formazione frazionata tra Francia e Canada che dopo l’assaggio della loro proposta fornito dall’EP “Battle of Neverness” ha aggiunto altri cinque inediti a quelli già composti in tale produzione per completare questo “Human Cattle“. Attirando fin da subito l’interesse della XenoKorp, etichetta che ormai si può definire una garanzia per la scena underground francese e non solo, i Nostri offrono un Death Metal classico e d’impatto.
Si nota fin dall’opener “Ghost Area” come l’assenza di una personalità distinta, in questo caso, non comporti una mancanza di qualità. Son tangibili le influenze dei vari Immolation, Hate Eternal e simili, ma questo non compromette il valore della successione dei vari riff spaccaossa, che si intersecano al meglio con gli stacchi più melodici. Il lavoro non perde mai d’efficacia, e in ogni frangente la violenza è sempre servita in modo diretto e sfrontato. Ci sono pezzi da sorbire tutto d’un fiato, che non lasciano scampo, come la feroce “Suffocated By My Walls” oppure “Inner Emptiness “, così come altri brani in cui sale in cattedra, senza mai destare troppo clamore, l’appena citata melodia, che riesce a non intaccare l’aggressività del disco, comparendo solamente in alcuni frangenti.
Quella seguita dai Disowning è una strada ben conosciuta anche nei suoi più piccoli particolari, e riuscire a lasciare il segno in modo deciso è impresa decisamente ardua, specialmente se, come nel caso dei franco-canadesi, non si opta per l’implementazione di alcun tipo di influenza esterna. I Nostri ci sono riusciti? No, non ancora, ma i presupposti sono più che buoni, e se chi ben inizia è già a metà dell’opera si prospetta un futuro molto roseo per loro. Si sentono chiaramente i rimandi agli anni a cavallo tra 1980 e 1990, i quali hanno fatto la storia del genere, così come l’avvicinamento a dei suoni più chiari e moderni. Con l’effetto dell’esperienza il quintetto potrebbe essere capace di indirizzare il proprio futuro verso una carreggiata più distinta, abbandonando i troppi spunti esterni per favorire la propria personalità. Questo particolare, attualmente, non crea particolare fastidio, difatti abbiamo davanti dei brani dalle chiare qualità, ma ancora incapaci di rimanere impressi a lungo termine nella mente dell’ascoltatore.
Quindi, “Human Cattle” è un disco che merita a mani basse una netta promozione, non è uno di quei lavori che troveranno particolare spazio nelle classifiche di fine anno, però mette in mostra molti spunti positivi che fanno ben sperare. Il primo passo della propria carriera è stato mosso al meglio, da parte dei Disowning; ora non gli resta che rispettare le discrete aspettative che, come normale conseguenza, verranno associate al loro nome.