Tra le varie forme in cui si può fare metal estremo, il Depressive Black è sicuramente uno dei sottogeneri più relegati all’underground, e dopo aver visto un periodo relativamente glorioso nel primo decennio del 2000 sta diventando sempre più di nicchia. Nemmeno approfondendo la scena italiana possiamo constatare un periodo roseo, con poche realtà che sanno identificarsi, a differenza di molte che finiscono rapidamente nel dimenticatoio. I Dispnea sono una formazione napoletana emergente nel genere, e con il loro primo EP mostrano subito di avere delle buone doti compositive, presumibilmente agevolate in seguito all’esperienza dei due membri con i Gort.
“Incitement to Self-Destruction” trasmette il messaggio già dal titolo e dalla copertina: è un chiaro invito al suicidio, e il contenuto non è da meno, con un senso di rassegnazione che grava sull’intero ascolto. Il contenuto della produzione non si può definire originale, il sound granitico e freddo unito al nichilismo emanato in ogni settore è tipico del genere, ma quanto composto riesce lo stesso a lasciare il segno. In anni difficili per lo stile, un’uscita come questa non può che farsi apprezzare dagli amanti delle atmosfere cupe, malinconiche e invasive che ricordano Lyrinx, Nyktalgia e simili.
Rabbia, angoscia e sentimenti affini vengono trasmessi fin dalla prima “Winter Suicide“, tra ritmi cadenzati e altri più feroci. In “Distorted Thoughts” prendono il sopravvento delle influenze che rimandano nettamente alla scena norvegese più classica, le quali non vanno a intaccare l’anima del lavoro. Nella seconda metà della produzione la strada seguita non cambia, rimane tradizionale e prevedibile ma comunque di qualità, con le appena citate influenze che si fanno sentire nuovamente in certi passaggi.
Pur essendo il loro primo EP, “Incitement to Self-Destruction” rappresenta già una prova di maturità per i Dispnea, che hanno saputo utilizzare la loro esperienza per mettere in chiaro fin da subito come questo progetto si possa ritenere una sicurezza. Abbiamo sottomano poco più di venti minuti che, nel loro piccolo, si fanno apprezzare molto, un inizio di carriera che fa ben sperare per il futuro dei Nostri.