I Polar sono un gruppo inglese nato a Londra nel 2009 ed esorditi l’anno dopo con l’EP “This Polar Noise”. In 10 anni si sono fatti un nome a livello internazionale e al momento hanno un tour europeo che tocca Germania, Olanda e Repubblica Ceca, anche per far conoscere questo nuovo album. Si tratta di hardcore con una influenza non indifferente di melodic metalcore, e un uso abbondante di effetti esterni di sinth, ma il nocciolo duro c’è. Ci sono pochi breakdown, ma i riff sono pesantissimi con una batteria pestata, chitarra e bassi scatenati e una voce grezza e feroce da hardcore-punk. Molto vagamente richiamano altri gruppi core inglesi a cui possono essere stati influenti, tipo i While She Sleeps. L’album è composto da 11 canzoni di una durata variabile dai 4 minuti scarsi ai 6, per una durata complessiva di 38 minuti.
Tra le canzoni rilevanti:
- Devil: secondo pezzo. Con Mære che funge da intro si arriva a 5 minuti scarsi di canzone, che si dimostrai in grado di dispensare mazzate e melodie in modo ben bilanciato e senza mettere in ombra nessuna delle due cose. Un buon biglietto da visita per l’intero album, come anche Crandle che viene subito dopo e sotto l’aspetto del groove, della struttura e dei ritornelli è anche migliore, creando quasi 10 minuti iniziali molto godibili.
- Midnight: undicesimo pezzo. Un brano particolare che pesta molto, specie nel bridge strumentale e nei riff assieme alla voce rabbiosa rendendolo particolarmente vivace. Le parti melodiche sono limitate al ritornello risicato ma orecchiabile. Anche su Spotify è un pezzo particolarmente apprezzato.
Rispetto ai primi album ha perso un po’ di smalto, specie se si parla di Iron Lungs, ma rimane comunque un album potente, grintoso e completo. In compenso, rispetto all’album precedente c’è stato un passo avanti, soprattutto per effetti sonori e mixaggio, ma anche per grinta messa che di sicuro non guasta mai in questo genere.