Il nuovo anno segna il ritorno sulle scene degli inossidabili Overkill. La band capitanata dal leggendario Bobby Blitz è chiamata a replicare il successo del precedente “The Grinding Wheel”, uscito solamente due anni fa.
Dopo una breve intro dal sapore elettronico che farà venire i sudori freddi a più di qualcuno, i thrasher americani spingono subito sull’acceleratore con “Last Man Standing“, pezzo dritto in pieno stile Overkill che non fa prigionieri. La successiva “Believe in the Fight” non interrompe quanto iniziato e continua a prendere a randellate l’ascoltatore senza alcuna pietà. Fin dai primi brani si può notare come gli Overkill, in questo album, abbiano scelto di puntare su pezzi di durata canonica (solo “Distortion” supera i sei minuti) per dare forse più compattezza al disco. Questo “The Wings of War” non è tutto un assalto all’arma bianca, la band ha infatti deciso di inserire alcuni pezzi più lenti, ma comunque d’impatto; un esempio potrebbe essere “Where Few Dare to Walk“. Il brano in questione è guidato dal basso di D.D. Verni e dalla voce di Blitz e punta moltissimo su un approccio più ragionato e heavy rispetto ad altre canzoni. Tra i pezzi più piacevoli del disco è doversoso segnalare “Welcome to the Garden State“, brano dal sapore punkeggiante che vuole essere un vero e proprio inno al New Jersey, Stato di provenienza degli Overkill.
Provando a tirare le somme, si può dire che “The Wings of War” è un album compatto e suonato da dei signori musicisti. Da segnalare anche la produzione pregevole e l’ottimo lavoro dietro le pelli di Jason Bittner, ultimo arrivato nella band, che svolge un lavoro preciso e perfettamente funzionale ai pezzi. Gli Overkill, con questa nuova prova in studio, aggiungono un nuovo tassello di alta qualità alla loro folta discografia che farà sicuramente felici i fan della band.