AMANDA SOMERVILLE’S TRILLIUM – Tectonic

by Dario De Marco

La cantante americana Amanda Somerville è già nota nell’ambiente del Symphonic Metal grazie ad alcuni album in studio e alle diverse collaborazioni con artisti del calibro di Michael Kiske, Avantasia, Edguy, Epica, Serenity, After Forever, Kamelot e altri. Si distingue soprattutto per la sua voce limpida e cristallina capace di variare tra diverse tecniche, che passano in maniera molto naturale dal canto melodico, con una bellissima estensione vocale, al canto lirico come soprano.

Insieme al marito Sander Goomans, chitarrista e produttore, fonda nel 2011 i TRILLIUM, debuttando con l’album “Alloy”. Il progetto venne poi accantonato a causa dei diversi impegni della cantante, ma quest’anno, in data 8 giugno 2018, viene pubblicato questo secondo lavoro, “Tectonic” per Frontiers Music. Si presenta con dieci tracce di Symphonic Metal di alta qualità dal punto di vista della produzione, con arrangiamenti strumentali complessi e intrecci melodici interessanti. Album eccellente anche e soprattutto dal punto di vista vocale: la bella voce di Amanda, che varia su più registri nei diversi brani, in alcuni più raffinata e in altri più potente e melodica, è sicuramente sempre stato il suo punto di forza fondamentale. Nonostante il songwriting abbastanza ricercato, non tutte le tracce convincono però allo stesso modo. Vi sono brani notevoli, ma anche alcuni non molto ricercati.

Analizzando una ad una le tracce significative, possiamo sicuramente citare “Time To Shine“, brano potente ricco di melodie e assoli, “Stand Up“, dalle forti cavalcate epiche, e “Full Speed Ahaed” dove la Somerville mette in evidenza il meglio di sé con la sua estensione vocale. “Hit Me” è un brano dalle forti venature Gothic e Alternative, ma che tende un po’ a perdersi e non convincere del tutto, mentre “Fighting Fate” è forse uno dei lavori meglio riusciti con i suoi diversi cambi di tempo e l’aggiunta dei cori insieme alla convincente “Nocturna“. Un po’ meno brillante la seconda parte del disco, che offre comunque due brani catchy e convincenti, ovvero “Fatal Mistake“, pezzo dedicato all’ex chitarrista morto suicida Simon Oberender e il brano finale “Eternal Spring“, super ballad un po’ fantasy e molto in stile Evanescence. Gli altri due brani sembrano quasi più fungere da riempitivo.

In sintesi, posso affermare come questo “Tectonic” sia un album abbastanza buono e gradevole: le tracce scorrono bene, ma forse si poteva lavorare un pochino meglio su alcune parti. Tuttavia, il risultato finale è comunque piacevole!

Donation for Author

Buy author a coffee

You may also like

Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizza il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che ha fornito loro o che hanno raccolto dal suo utilizzo dei loro servizi Accetta Continua a Leggere