Esordisce il gruppo portoghese Dallian con questo “Automata“, uscito lo scorso maggio. Questo gruppo è nato dall’iniziativa di due ex componenti di Madama Violence e del batterista dello stesso gruppo, André Fragoso. Al trio si è unito il chitarrista Leandro Faustino a completare la formazione nel 2017 e non si sono fatti attendere molto prima di produrre un intero album. Il genere è symphonic/melodic death metal, una mistura che in alcuni punti dà spunti interessanti, in altri lascia però a desiderare. La batteria è ineccepibile, le chitarre ben ritmate e melodiche non negano virtuosismi, il basso sottotono e due voci, una in growl e l’altra in uno scream basso, completano il quadro assieme agli effetti esterni delle tastiere, fondamentali per la componente symphonic. È un album complesso che scorre pesante ma senza intoppi, composto da tredici brani di una lunghezza variabile dai tre minuti abbondanti ai sette minuti e mezzo per una lunghezza di poco più di un’ora (68 minuti), che si sente tutta.
Tra le canzoni rilevanti:
- “Satori“: secondo brano. Assieme all’intro “Genesis Of Awakening” si arriva ai nove minuti e mezzo circa, di cui due di intro strumentale in perfetto stile symphonic prima della mazzata, non riuscita appieno, interrotta da una lunga pausa con la voce in pulito. Oltre ai generi principali in questo pezzo si sente in parte la componente gothic che spesso fa capolino nell’album creando un’atmosfera particolare, lenta e in parte cupa.
- “The Nun From Azrael“: settimo pezzo. In questa canzone i Dallian offrono una prova discutibile aggiungendo ritmiche e suoni ispanici degni di un film assieme a voce e chitarre prese dal death metal, passando da riff orecchiabili, melodici o grintosi, ad altri che lasciano completamente indifferenti.
In questo album ci sono pezzi come “As Within, so Without“, “Lullaby for the Wicked” presi dal repertorio di Madame Violence ma rivisitati in piccola parte, soprattutto nelle intro e aggiungendo le tastiere che riprendono i riff delle chitarre. Non si è vista quindi una separazione dal vecchio gruppo, dato che anche lo stile è pressoché lo stesso. Si potrebbe quasi considerare il primo full-length di Madame Violence, piuttosto che dei Dallian.