Quest’oggi andiamo a scavare nei meandri più profondi e nascosti della scena underground italiana, esaminando “Undead Abyss“, seconda demo per i veronesi Sepolcro.
I Nostri sono autori di un Death Metal nella sua versione più semplice e diretta, senza contaminazioni esterne, quell’old school dal quale son nate tutte le varianti che conosciamo oggigiorno.
Dopo aver rilasciato una demo e uno split negli scorsi anni, la formazione si è momentaneamente sciolta nel 2016 per poi ritornare in attività quest’anno, pubblicando il lavoro del quale tratteremo: una produzione che punta molto sull’impatto immediato con l’ascoltatore, contenendo solo tre pezzi, per una durata totale di poco superiore ai dieci minuti.
Ad aprire le danze ci pensa la title-track, capace fin da subito di conquistare con la sua atmosfera tetra e misteriosa e, dopo la breve intro, di travolgere con la cattiveria trasmessa. Una costante dei pezzi è sicuramente il songwriting essenziale ma molto efficace, in grado di unire rimandi alla scena statunitense come a quella europea, in modo da non omologarsi a band simili, bensì dimostrando la propria personalità.
“Bone Totem” è micidiale con i suoi ritmi lenti, ma comunque aggressivi e travolgenti, grazie anche all’ottimo cantato in growl, opera sia del batterista Hannes che del chitarrista Simone.
In chiusura troviamo “The Edge Of Infinity“, canzone più breve e concisa delle tre, dove i Nostri tornano a colpire con sferzate più veloci.
“Undead Abyss” è una produzione interessante, che lascia l’amaro in bocca per la breve durata ma trasmette comunque fiducia per il futuro dei Sepolcro, i quali hanno dimostrato di avere a disposizione buone capacità e un potenziale che potrebbe portarli al raggiungimento di buoni risultati.
Seguendo lo stile di Incantation, Autopsy e simili, il terzetto veronese può benissimo dire la sua nell’attuale scena nostrana.