I Nachtblut sono una band tedesca che propone un gothic metal melodico con influenze black, soprattutto dal punto di vista vocale. “Apostasie” è il quinto album della band e non è un disco troppo complesso da ascoltare se si supera lo scoglio del cantato: i Nachtblut, infatti, usano la loro lingua madre per dare ai pezzi un taglio più diretto, a detta di chi scrive. I primi brani, ovvero “Multikuturell“, dove il vocalist si diverte a cimentarsi nel ruolo del Dani Filth di turno, e “Amok” mettono subito in chiaro cosa aspettarsi dal resto dell’album, ovvero chitarroni in pieno stile Rammstein e pezzi semplici e diretti dove l’elettronica viene usata in modo saggio per dare più originalità ai brani. Musicalmente parlando, dunque, niente di particolarmente innovativo. Si tratta della tipica band tedesca in tutto e per tutto e la voce non è da meno: Askeroth dietro al microfono più volta veste un po’ i panni di Till Lindemann e la cosa ovviamente non rende il tutto innovativo, ma comunque funziona bene. Tra i pezzi più interessanti troviamo “Lied Für Die Gotter“, che inizia come una ballad per poi diventare un pezzo dove industrial e gothic si fondono alla perfezione. Interessante è anche “Geboren Um Zu Leben“, dove si sente in modo prepotente l’influenza dei Kovenant del seminale “Seti”. Su “Einsam” si può apprezzare anche la presenza di una voce feminile che è quella di Aeva Maurelle degli Xandria. Il brano in questione vuole essere la ballad dell’album e ci riesce, tuttavia se non fosse per la controparte femminile ci si troverrebbe davanti un brano estremamente anonimo e noioso. La rammsteiniana titletrack mette fine a questa quinta prova in studio dei tedeschi.
“Apostasie” non è sicuramente il disco dell’anno, ma risulta divertente da ascoltare e scorre con piacere sebbene non tutti i brani spicchino per originalità. Come avrete capito, il problema dei Nostri è un po’ quello di essere un po’ Rammstein, un po’ Cradle Of Filth, un po’ Die Apokalyptischen Reiter, un po’ tutto e niente. I vari richiami la dicono tutta sull’originalità della band, tuttavia bisogna ammettere che il tutto funziona e se si apprezzano le sonorità dei gruppi citate sopra è probabile che si possa apprezzare anche questo lavoro. Il pregio dei tedeschi è quello di riuscire a creare dei brani estremamente catchy che entrano in testa quasi subito, basti pensare ad “Amok“, che è probabilmente il pezzo più azzeccato dell’intero lotto. Se siete alla ricerca di un disco divertente per questo imminente Halloween fate vostro questo “Apostasie” senza esitazione.