I DESPITE EXILE sono una di quelle giovani band dal grande potenziale che fanno ciclicamente pensare a frasi come “si meritano di più”. Con “Relics” sento di poter deporre le armi e godermi il fatto che finalmente la band è dove merita di essere.
Dopo il glorioso EP “Disperse”, è giunto il momento per la band friulana di pubblicare il primo full length per Liveforce Records. “Relics” è un disco composto, suonato, prodotto e realizzato con estrema cura. Strutturato in modo tale che l’attenzione sia costante, sorprendentemente longevo e coinvolgente lungo tutti gli undici brani che lo compongono. Perfino l’intro, oltre la sua funzione, nasconde frammenti utili all’ascolto dell’intero lavoro e all’immedesimazione nel particolare artwork.
Pur facendo parte di un contesto musicale ricco di clichè, i Nostri riescono ad essere estremamente personali, mischiando cattiveria e brutalità a melodia, atmosfera e dettagli di enorme pregio che vanno costituire un loro sound peculiare, che va a marcare il concetto di “band realizzata” di cui parlavo all’inizio di questo articolo.
Il punto di forza di questo album è la capacità di coinvolgere l’ascoltatore, con la musica veramente protagonista, capace di non finire mai in secondo piano, perennemente propositivo e ricco di sensazioni contrastanti. La melodia mai eccessiva o stucchevole, la violenza e brutalità, l’atmosfera unica e il grande lavoro di composizione e arrangiamento si intrecciano in brani capaci di valorizzare la grande capacità dei singoli musicisti, autori di una prova eccellente anche sotto il profilo prettamente tecnico.
Il mio pensiero conclusivo è quasi dovuto: “Relics” fa collimare le atmosfere malinconiche, agrodolci e oniriche della sua musica con il fatto che molte più band odierne dovrebbero smettere di andare alla deriva e prendere esempio da band come i Despite Exile, che con tanto duro lavoro hanno realizzato qualcosa di oggettivamente grande, facendo emergere il loro talento in maniera naturale. Formazione, etichetta, date, tour e il tempo stesso sono in costante cambiamento, ma non la voglia di questa band di progredire: è un enorme piacere constatare il frutto di tanta coerenza artistica ed impegno.
Tracklist:
01. Ghost Vessel: Adrift
02. Absent Foundation
03. Introspector
04. Deviant
05. Relics
06. Death Drive
07. Into The Gyres
08. Ghost Vessel: Swerve
09. Of Imaginary Shipwrecks
10. Submerge
11. Ephemeral