“Po Krańce Gór” rappresenta il debutto sulla lunga distanza per il gruppo folk metal polacco degli Othalan e giunge a noi dopo una riuscita campagna di crowdfunding avvenuta negli scorsi mesi.
Fautrice di una musica diretta e senza particolari fronzoli, la band raramente si abbandona a lungo a parti esclusivamente strumentali, mentre si lascia guidare dalla voce al contempo sensuale e potente di Agnieszka “Dziewanna” Suchy.
Probabilmente è la cantante il vero punto di forza del gruppo, nonché quello su cui ci si è concentrati di più in fase di registrazione, con una lunga presenza di effetti guidata soprattutto da riverberi.
Tutto questo potrebbe far pensare alla presenza di una musica piatta, con canzoni essenzialmente identiche tra di loro, ma già da un primo ascolto questa idea risulta sbagliata in quanto lo stile che contraddistingue i tredici brani di “Po Krańce Gór” è piuttosto vario e spazia da un metal che strizza l’occhiolino ad un classico heavy anni ’80, come “Wieża“, a sonorità più blueseggianti (“Kołysanka Bałtycka“). Musicalmente parlando, l’influenza maggiore degli Othalan la ritroviamo nel folk metal di stampo nordico, mentre è nei testi che si rivela maggiormente l’influenza di una mitologia e di un folklore tipicamente polacchi.
Tre le canzoni che vengono dal “passato” della band, tutte riviste tanto nei testi quanto nella durata, quest’ultima generalmente accorciata velocizzando il tempo stesso delle esecuzioni. Se questo non ha creato particolari problemi a “Czarnobóg” e a “Omen“, a soffrirne è invece “Kowal“. Tale brano risulta il meno riuscito di tutti, in quanto appare sin troppo veloce e snaturato, tanto che a patirne è lo stesso cantato rap ivi presente. Quest’ultima idea appare piuttosto interessante e sarebbe stata intrigante da sviluppare anche in altre parti del disco.
Degna di nota anche la presenza di due Carmina Burana e, se “Maledicantur” ha mantenuto in latino il solo ritornello, “Totus Floreo” (conosciuta ai più anche come “Tempus est icundum”) è completamente cantato nella lingua classica, dimostrando altresì un buon possesso della stessa da parte di Dziewanna.
In generale, la prova di tutti i membri degli Othalan risulta buona e i Nostri dimostrano di conoscere a fondo i propri strumenti senza approcciarsi a essi come mero esercizio stilistico.
In conclusione, “Po Krańce Gór” è un album piuttosto solido come debutto e mostra inoltre idee interessanti, che mi auguro possano essere sviluppate nei prossimi lavori della band.
Tracklist:
- Intro
- Czarnobóg
- Obrzęd
- Kowal
- Kołysanka Bałtycka
- Żeglarzy Pieśń
- Totus Floreo
- Ondraszek
- Maledicantur
- Omen
- Wieża
- Po Krańce Gór
- Ojców Dom