I Mesosphera sono una formazione laziale formatasi nel 2011 che arriva quest’anno a pubblicare il proprio primo album, “Mythopoiesis“, quattro anni dopo l’EP di debutto, “Open Alpha 1.0”.
Il gruppo è composto da Gabriele Massa alla voce, Valerio Catoni e Giovanni Mauriello alle chitarre, Adriano Ricci al basso e David Folchitto alla batteria, unico membro che non era presente nella scorsa produzione, in quanto ha sostituito Marcello Del Monte qualche mese dopo l’uscita dell’EP.
Il primo brano del complesso è “Light of Deliverance“, il quale fa apparire inizialmente lo stile musicale della band come un Death Metal molto tecnico ma poco innovativo, illusione che viene smentita in poco tempo.
Difatti, tra tutti gli appellativi che si possono assegnare a “Mythopoiesis“, innovativo è proprio il più adatto, specialmente le parti strumentali, che si fanno notare in molti casi, risultando imprevedibili e mostrando il vasto bagaglio tecnico dei Nostri.
Altro fattore che di certo aiuta molto è l’esperienza del quintetto: se si esclude Giovanni Mauriello, tutti gli altri membri collaborano o hanno avuto esperienze con altre band; specialmente David Folchitto, il quale fa parte anche degli Stormlord e ha suonato per dieci anni coi Kaledon, tra gli altri, e le sue capacità si sentono soprattutto nella parte ritmica egregiamente trattata nel disco.
Dopo un inizio in quarta con la su citata opener e “Xenomorph“, emergono dai seguenti pezzi influenze Progressive, specialmente nell’accoppiata composta dalla breve “Glowing Sunrise” e “Mesosphera“.
La seconda metà del disco fa risaltare altre canzoni degne di nota, quali “Oidipous Tyrannos“, frutto della collaborazione con Steffen Kummerer, celebre cantante degli Obscura, la title-track, completamente strumentale, dove la tecnica della band si fa notare per l’ennesima volta, e la lunga “The Trickster of Seville“, epilogo dell’elaborato.
“Mythopoiesis” è certamente una partenza più che sufficente per i Mesosphera, i quali con questa prima fatica fanno subito capire di che pasta sono fatti. Disco consigliato per gli ascoltatori di Atheist, Cynic e simili.