JACK BRAIN è il progetto solista di Giacomo “Jack“ Casile, musicista underground di Reggio Calabria, membro passato e fondatore di alcuni gruppi come Insomnia Creep, Greetings from Terronia e No More Nothing.
Nel 2015 cerca di rielaborare in maniera personale le sonorità alternative rock/grunge anni ’90, scrivendo diverse basi musicali, ma fatica a trovare un cantante che condivida i suoi stessi gusti: provacosì a registrare da solo delle linee vocali sulle basi già pronte con la sua scheda audio Tascam US-1641, come dichiarato dallo stesso compositore in un’intervista. Nascono così i 12 brani che andranno a far parte del suo primo lavoro ufficiale come JACK BRAIN, “Epic Spleen“, pubblicato nel gennaio del 2017. La line-up è composta dal solo Giacomo che ha registrato, composto e arrangiato tutti i brani del suo primo full-lenght.
Ci troviamo dunque di fronte ad un album dove dominano soprattutto il grunge e l’alternative di stampo anni ’90, con evidenti influenze di Nirvana e Smashing Pumpkins, elaborate in maniera del tutto personale. Tutti i brani presentano delle caratteristiche comuni, come cupezza, semplicità e immediatezza dei riff, che rimangono d’impatto. Ad esempio l’energica opener “This Life” presenta il cantato ruvido di Jack con diverse dissonanze in contrasto, senza però mai esagerare in linee vocali urlate e arrabbiate come quelle di Kurt Cobain. Nel disco non è presente solo il grunge: domina anche la Dark Wave, ad esempio il brano “No One Left to Blame“ richiama molto il sound di The Cure o Sisters of Mercy, così come il metal e il rock industrial di stampo Mansoniano: in “Crippling Hurt“, “Gone Away” e “Lost” si fa grande uso dell’elettronica e voci distorte che si contrappongono. Altro brano degno di nota è sicuramente “On The Way Home“, più complesso e ragionato, dove l’oscuro arpeggio introduttivo comune a diversi pezzi dell’album si adatta perfettamente al cantato di Giacomo, creando atmosfere a tratti dolci e a tratti tempestose. Ottima anche la conclusiva title track, decisamente più morbida rispetto agli altri brani, ma che lascia qualche vena di malinconia.
In conclusione possiamo affermare che non è un disco eccellente, ma lascia certamente una discreta impressione all’ascoltatore per la semplicità dei brani, facilmente orecchiabili e con una stesura interessante, sperando che in futuro possa sviluppare ulteriori lavori più completi. Non male come inizio!